Giovedì 21 Novembre 2024

Scoperta una “Crocifissione” del 1500 nella Cripta di Santa Maria Maggiore di Siponto (una sua possibile interpretazione)

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Chi come me, insieme ad altri volontari è stato impegnato nelle aperture dell’intero sito della Basilica di Siponto, della sua Cripta e anche delle chiese paleocristiane esterne, poi tristemente ricoperte dall’opera moderna in rete metallica che di fatto le hanno risotterrate, ha avuto il privilegio di stare sempre a contatto con quelle pietre grondanti Storia e  Arte e che davano, ogni giorno l’emozione di una scoperta: i graffiti delle decine di mani, di nomi, di date, di croci, epigrafi, di simboli a centinaia (personalmente ne ho mappati, tra esterni ed interni delle due chiese, quella superiore e la Cripta almeno 350 anche sovrapposti).

Insomma una vera enciclopedia della Fede che per secoli ha pervaso queste stupende fonti di pura e  vera Cristianità nell’abbraccio della Vergine di Siponto.

Nulla ci è sfuggito, come le magnifiche incisioni simboliche matematiche dei resti del pavimento della Cripta (di cui altrove  ho dato contezza e che riproporrò , per chi ha la pazienza di leggermi).

Tra queste testimonianze del passato non potevano mancare lacerti seminascosti di affreschi sulle pareti,  sia della chiesa superiore che della  Cripta, alcuni sovrapposti ma che noi avevamo ben in mente per quando  sarebbero emersi dal loro passato. Alcuni  di questi resti di pittura murale erano visibili nel lato destro  della parete a  est della Cripta.

Si riuscivano ad intravedere , due piedi, a sx., e due  Rosari pendenti. Dopo più nulla anche se sapevo che tolto l’intonaco  che  li copriva , qualcosa di più sarebbe emerso.

Ed è per questo motivo che, quando furono   intrapresi  i lavori di restauro della Cripta (pavimento, capitelli, colonne, ecc) mi affrettai a mostrare a quei magnifici ragazzi restauratori , e segnalare graffiti, segni, date, ed anche quei resti di pittura murale che avevo notato e mappato.

E ho avuto ragione, perché, da quei pochi grani di rosari, da quei piedi, da quel piccolo segno di tessuto, è venuta alla luce uno grande, straordinario affresco raffigurate una Crocifissione di almeno due metri, con delle figure ai lati della Croce che cercherò di  spiegare, chiedendo anche lumi a chi potrebbe completare queste mie ipotesi interpretative.

L’affresco raffigura una Crocifissione. Non si vedono chiaramente i bracci superiori della Croce, e nemmeno la figura del Cristo ma si intuiscono .

A  fianco del Crocifisso,  in basso sul lato sx    di chi guarda, si scorge un personaggio vestito di pelli, scalzo, con un rosario in mano, e a fianco ai piedi, sempre  sulla sx. si  notano  chiaramente una corona  e un pugnale. Sicuramente quindi appartenenti  una persona di rango in atteggiamento penitente o comunque orante e che potrebbe trattarsi di Sant’Onofrio Eremita.

Sulla dx di chi guarda, si vede con più chiarezza un personaggio  con la barba e capelli bianchi  che è vestito  con  tunica o abito  da dignitario, dorato, sicuramente importante per il ruolo religioso (?) che  deteneva. Oltre ad avere un rosario in mano, ha uno scettro molto simile ad un bastone patriarcale ,attributo anche  di san Nicola di Mira, poi di Bari.

Penso  che raffiguri proprio San Nicola che è stato anche importante nella chiesa pugliese  di quei tempi e presente in molte raffigurazioni iconiche, e pittoriche ed anche scultoree.

In un affresco molto rimaneggiato scoperto nella Cappella della Maddalena di Manfredonia, si nota la presenza di san Nicola che offre alla protezione della Vergine un fanciullo.

Partendo dalla parte superiore dell’affresco della Cripta,, si possono intuire le braccia di Gesù ormai  abbandonate  , e la parte del viso ,molto nebulosamente.

Proseguendo verso il basso, si nota  a sinistra,  la ferita del costato con le gocce di sangue che  gocciolano sul perizoma bianco del Cristo   chiaramente  visibile.

Sempre scendendo verso il basso, si scorge  il ginocchio del Signore vistosamente escoriato e infine ,poco più in basso i piedi  sovrapposti con il chiodo in evidenza e  con la ferita ancora sanguinante e i rivoli  del sangue  che  scorrono verso il basso, fino alla  base della Croce  e che  cadono   su un cranio chiaramente visibile e di  un osso  lungo posto di traverso al cranio.

Come in questa raffigurazione, nelle iconografie  della crocifissione  ai piedi della  croce, come in questo caso,  è spesso raffigurato il cranio di Adamo, come vuole la leggenda secondo cui la croce sarebbe fatta col legno dell’albero del Paradiso.

Ricordiamo le Crocifissioni del Botticelli, di Giotto, ecc. e in molte icone.

Anche a San Leonardo, in un lacerto di affresco sula absidiola destra, si può scorgere alla base un cranio sul quale poggia l’albero della Croce. Si può notare  in alto il braccio sinistro del Signore, inchiodato. Di lato una figura femminile, nimbata che sicuramente raffigura la Madre di Dio di fronte alla Croce.

“Una volta sepolto (raccontano il Vangelo apocrifo di Nicodemo e la Legenda aurea) , il  Redentore ,con la sua discesa nel  “regno della morte”, spezzo’ le sbarre del carcere dove si trovavano coloro che vi erano stati rinchiusi prima della sua venuta, e contemporaneamente alla propria Resurrezione sottrasse Adamo ed Eva dall’oscurità della tomba, restituendo loro la  primordiale innocenza ,macchiata dal peccato originale”..

Quindi Gesù Risorto, col sacrificio della Croce è l’Uomo Nuovo, il nuovo Adamo.

Questo tema dell’ANASTASI  o  RESURREZIONE, del Cristo che scende negli inferi e redime Adamo ed Eva è raffigurato magistralmente in una delle formelle delle porte   bronzee della Cattedrale di Trani.. e anche in altre raffigurazioni nell’arte .

 

Tornando al nostro affresco, sulla  cornice che delimita in basso l’affresco, vi è una data, chiaramente visibile

Anche di questa data cercherò di dare una mia personale spiegazione suscettibile di suggerimenti  e correzioni , sempre graditi.

 

Tralasciando la lunga storia egli eventi che hanno caratterizzato la straordinaria storia della Chiesa Sipontina, passando dalla “domus ecclesia” del periodo romano fino ai giorni nostri, mi limito semplicemente ad ipotizzare, partendo da date certe, l’anno della realizzazione dell’affresco scoperto  e di recente  restaurato in modo egregio, dando lode e merito a quei restauratori che, oltre all’affresco, hanno ridato luce e dignità a tutto il resto della Cripta: capitelli, colonne, pavimento, graffiti, segni, ecc.

 

Sappiamo dalla storia, che  anche prima del 1500  molti Vescovi si diedero da fare per ricostruire il cosiddetto  “  Diruto Duomo Sipontino” semidistrutto per guerre ed eventi sismici . con alterne vicende.

Ma tralasciando gli anni precedenti mi soffermo nel periodo de 1500.

Partiamo a una data certa: nel 1528 quando : assoldate  dai Veneziani ,le truppe del Lautrech, assaltarono Manfredonia per mare ,sconquassando  la novella fabbrica del duomo sipontino, minandone la torre campanaria e facendo crollare la facciata della chiesa superiore ed inferiore, esposta a est, così come si può ancora osservare.

Quindi  la data dell’affresco non poteva essere anteriore al 1528 perché la parete era semidistrutta.

Un’altra data che ci può aiutare è quella scolpita in un concio di una voltina della cripta nella parete a nord -est, probabilmente data di inizio o fine lavori di ricostruzione della  facciata distrutta: 1554.

E’ improbabile che in questa data sia   stato   realizzato l’affresco se  una ulteriore nota storica ci informa che : “ nel 1586 l’Arcivescovo Ginnasio si diede a rifare il Tempio di S. Maria di Siponto  conquassato dai venetiani nella guerra del Lautrech”.

Quindi, la mia ipotesi è che la data di esecuzione sia compresa tra il  1586 e il   1590, vale a dire dopo poco l’avvenuta ricostruzione della parete crollata.

Ancora ,sempre , Siponto: la sua Basilica in pietra bianca, la sua cripta, la sua Storia, sempre affascinante e misteriosa, come misterioso rimane il personaggio  vestito di pelli e scalzo in atteggiamento orante con rosario che potrebbe ragionevolmente essere identificato in Sant’Onofrio Eremita.  .Di lui sappiamo che visse nel IV o V Sec. , si sa  che era figlio di un re,e che aveva da giovane  rinunciato ai fasti e ai titoli (la corona e lo stiletto ai suoi piedi)  sull’esempio di Giovanni  il Battista ed  Elia, diventa anacoreta e abbraccia lo stato di vita piu’ perfetto: la solitudine nel deserto dove visse per settant’anni.

L’immagine  di S.Onofrio, anacoreta seminudo, coperto dei soli suoi lunghi capelli fu oggetto della rappresentazione figurata nell’arte, in tutti i secoli, arricchita da tanti particolari: la corona e lo stiletto, il perizoma di foglie o di pelli, il rosario. Il suo nome di origine egizia, significa : <Colui che è sempre felice>.

Nella foto (un Santino antico) lo rappresenta  con la corona e lo stiletto  ai suoi piedi, il perizoma di pelli o foglie, il rosario in mano.

Di recente, questa Cripta, luogo, unico per la sua  suggestiva bellezza e per la sua valenza di storia e di fede purissima, è stato offeso con uno spettacolo di reti , luci che ricordano le psichedeliche di  passata memoria contaminando le sue colonne e i suoi sacri spazi con delle avvolgenti reti metalliche (è diventata una fissazione), e di musiche, in un luogo sacro, di raccoglimento e meditazione  e, soprattutto consacrato.

E’ il segno dei tempi, le chiese sempre meno chiese e sempre più monumenti e luoghi di spettacolo.

Aldo Caroleo,  Siponto  

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