NOTA DEL GARANTE DEI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITA’, RELATIVA ALLA GIORNATA AL LUNA PARK DEL 28.08.2024, DEDICATA ALLE PERSONE FRAGILI.
“NON C’E’ INGIUSTIZIA PIU’ GRANDE CHE FARE PARTI UGUALI TRA DIVERSI”, da lettera ad una Professoressa di Don Lorenzo Milani.
Si legge a distanza di un anno ma succede ogni anno in occasione della Festa Patronale, e tanto da almeno quarant’anni che la pur sempre lodevole iniziativa del Comitato Festa Patronale e, quindi, dell’Amministrazione Comunale di dedicare una giornata al Luna Park alle persone con disabilità e alle loro famiglie, venga come al solito contraddistinta da polemiche, spesso anche fuori luogo.
Tante, purtroppo, sono le rimostranze che provengono da chi vive la disabilità come stigma e fonte di problemi, preoccupazioni, sofferenze, umiliazioni. Chiaramente, trattasi di prese di posizione che trovano un fondamento proprio in una condizione di vita fatta di fragilità ed emarginazione.
Ritengo che la “rabbia” anche verso le Istituzioni, soprattutto quando il disagio è grande, presente, insormontabile, vada compresa e giustificata. Tutti vorremmo risolti i problemi del quotidiano, tutti guardiamo con occhi comprensivi la disperazione della mamma di un bimbo autistico o sofferente di una patologia rara o con difficoltà relazionali. Tutti vorremmo risolti i problemi di mobilità di chi non deambula e vorremmo che vengano abbattute barriere architettoniche e soprattutto sociali, culturali e psicologiche.
Tutti vorremmo che venisse realmente osservata l’ampia normativa per l’assunzione al lavoro di persone con disabilità, sulla base del dettato delle pari opportunità. Chiunque, cittadini, istituzioni, enti pubblici o enti privati auspicherebbero e auspicano la risoluzione di tante questioni che provocano risvolti di emarginazione nelle persone con disabilità. E’ normale, oltremodo umano e, ne abbiamo fatti alcuni esempi.
Buttarla in “caciara”, però, approfittando della giornata al Luna Park dedicata con assoluta buona fede alle persone con disabilità che intendono usufruire di uno spazio dedicato e gratuito è, per davvero, noioso, triste ed insopportabile. Ogni anno è la stessa cosa. L’hanno fatto quelli che contestavano le modalità di svolgimento organizzativo delle passate Amministrazioni Comunali, lo stanno facendo quelli che contestano le modalità dei nuovi amministratori della Città: in parole che non vorremmo, il perpetuarsi di una improbabile legge del taglione.
E poi c’è un’altra doppia parola che fa breccia e capolino nell’ambito di questa polemica. La parola magica è INCLUSIONE o INCLUSIVITA’, e qui si filosofeggia e spesso favoleggia. Tutti gareggiano a chi la spara più grossa, ad affermare che questa non è inclusione e, addirittura, vengono richiamate le classi differenziate di triste memoria.
Siamo d’accordo e consapevoli che una giornata al Luna Park non realizza una società inclusiva ma occorre apprezzare il pensiero di chi, al fine di favorire una opportunità ha voluto riservare un’attenzione particolare a quanti, in un contesto di sovraffollamento, dove spesso si assiste anche “all’assalto” di alcune attrazioni, avrebbero difficoltà per accedervi. Abbiamo fatto parte di tanti Comitati organizzatori della Festa Patronale e lo esprimiamo con un po’ di esperienza: si è voluto tener conto di quanti con disabilità hanno bisogno di una giusta serenità, di chi non riesce ad attendere una fila, di chi non può tollerare la confusione, di chi accompagnato da un parente o da un operatore ha bisogno dei suoi tempi per accedere alle giostre.
Poi, si aggiunga, che i Servizi Sociali, dietro espresso desiderio della Giunta, così come fatto anche in passato, stanno provvedendo a trovare valide soluzione perché siano in tanti a vivere questo momento di Festa della nostra Città.
Questi semplici sforzi, apprezzabili e sinceri potrebbero anche generare ulteriori dubbi se siano o meno inclusivi ma, per raggiungere una vera inclusione, dobbiamo sforzarci tutti, nessuno escluso, affinchè ci siano pari opportunità per tutti partendo dalle Istituzioni ma anche dalla nostra educazione, dal nostro modo di relazionarci. Solo raggiungendo un nostro grado di maturità civile potremmo attribuire alla stessa società la responsabilità di promuovere una vita e una crescita con pari opportunità. E’ così. Non ponendo barriere e promuovendo l’interazione tra i vari contesti, sviluppo e uguaglianza dovrebbero manifestarsi appieno.
E’ pertanto sconcertante che un momento di aggregazione serva poi, per fare polemica strumentale, senza mai proporre soluzioni ma solo fiumi di inutili parole. Rischiamo così di continuare a percorrere la strada sbagliata.
Manfredonia, 27.08.2024
Prof. Vincenzo Di Staso