Domenica 22 Dicembre 2024

Siccità galoppante, il dissalatore ci salverà

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Sempre più diffuso il ricorso al dissalatore per assicurarsi acqua potabile

«SII LODATO, o mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e pura»: così cantava San Francesco D’Assisi nel “Cantico delle creature”, un inno, una lode al creato, il primo testo poetico scritto risalente al 1224. A quel tempo non c’era il problema della scarsità di quel composto chimico dalla semplice formula H2O, tra i principali costituenti degli ecosistemi, alla base di tutte le forme di vita conosciute, compreso l’uomo nel cui organismo è presente per il 63 per cento.

SI COMPRENDE BENE bene quale sia la preoccupazione per la crescente mancanza d’acqua montata dalla diffusa persistente calura calata sul pianeta e segnatamente dalle nostre parti. La siccità è fenomeno in forte espansione con gravi ripercussioni su tutte le attività dell’uomo. “Sorella acqua” è il bene più ricercato. Non soccorrono tutti gli accorgimenti escogitati per creare delle riserve d’acqua. I vari invasi artificiali e naturali vanno di giorno in giorno scemando paurosamente. Sono sotto i livelli di guardia. Che fare?

SEMPRE più insistentemente si parla dei dissalatori, dispositivi che trasformano, attraverso una pompa ad altissima pressione e membrane filtranti, l’acqua di mare in acqua dolce, potabile. Non sono una novità. È una tecnologia esistente da tempo e utilizzata diffusamente nel mondo. In specie nei Paesi ove abbonda il sole e scarseggia l’acqua naturale, nel Medio oriente. Non a caso, e non certo da ieri, il più grande dissalatore al mondo si trova nel porto di Jebel Ali di Dubai.

ATTUALMENTE ben 183 Paesi al mondo utilizzano acqua prodotta da dissalatori; la metà di quegli impianti è naturalmente istallata nel Medio Oriente. Ma ce ne sono anche in Europa. Il Paese maggiormente dotato di impianti di desalinizzazione è la Spagna con circa ottocento istallazioni. E in Italia? L’interesse verso la realizzazione di dissalatori, sospinto dal bisogno, va crescendo. Il Governo ha annunciato un gruppo di lavoro interministeriale per elaborare un Piano idrico straordinario per affrontare l’emergenza siccità.

IL PIU’ GRANDE dissalatore presente in Italia e nel Mediterraneo si trova in Sardegna, a Sarroch in provincia di Cagliari. Dissalatori funzionano in Sicilia, a Pantelleria, Lampedusa, Linosa. In Toscano sono operanti a Giannutri, Capraia e Isola del Giglio. Nella “sitibonda” Puglia a correre ai ripari è Taranto dove è stato avviato la costruzione di un grande dissalatore finanziato con cento milioni di euro con il PNRR. Sarà pronto entro il 2026 e produrrà mille litri di acqua al secondo per soddisfare le esigenze di 385mila persone.

IL DISSALATORE è una delle occasioni perdute di Manfredonia. A proprie spese, lo aveva proposto l’Enichem che già aveva portato l’acqua a Manfredonia quando veniva distribuita con carrobotte trainato da cavalli. Non se ne face niente come per altre utilities proposte, tipo il trattamento delle acque reflue, per lo scarso interesse locale. Di un dissalatore si parla da anni a Tremiti dove l’acqua potabile arriva con una nave cisterna da Manfredonia con un elevatissimo aggravio di spesa e non solo. Del dissalatore a Tremiti si parla da una trentina di anni durante i quali sono stati avviati numerosi studi di fattibilità senza che mai nessuno sia arrivato a compimento. Il trasporto via mare dell’acqua è un business – si vocifera nell’isola – difficile da superare.

  Michele Apollonio

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