Sabato 3 Agosto 2024

TRA OTTIMISMO E VACUITÀ 

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Bisogna portar pazienza! Anche questa torrida estate, iniziata dal solstizio di giugno, finirà e a settembre i problemi del caldo saranno soppiantati da quelli non meno asfissianti della politica. L’aria che tira nel Paese è pesante. Le carceri esplodono lanciando un segnale di grande inciviltà che pesa come un macigno in quest’Italia spampanata. Il governo preannuncia ora un piano straordinario, pensando forse ad una depenalizzazione che alleggerisca quel sovraffollamento intollerabile, come quello che denuncia il carcere di Foggia, una vergogna a cielo aperto. E dire che potenziando i giudici di sorveglianza e immaginando misure alternative alla pena la situazione non sarebbe andata in tilt. Ma a chi lo diciamo? Sull’Autonomia Differenziata, sbaglierò, ma credo che il Governo si prepara a prendere una mazzata memorabile. Sono un mare infinito le firme già  raccolte per il referendum che ogni persona di buon senso dovrebbe firmare di corsa. Io l’ho già fatto nelle mani di Giovanni Quarato, consigliere pentastellato sempre attento su questi temi. Quel che più preoccupa è la miopia di un Governo che non riesce a mettere in agenda due nodi vitali per il Paese: il debito pubblico che, sulla base del fabbisogno dello Stato (- 13,4 miliardi) e della gestione della liquidità (+13,5 miliardi) ha raggiunto l’ammontare di 2.945 miliardi, un livello mai così alto! Poi c’è la questione energetica dalla quale dipende il nostro futuro, la nostra capacità di restare al passo con i tempi, recuperare e rilanciare la capacità manifatturiera italiana che è il nostro primo capitale. Senza dire del tasso di disoccupazione, uno dei più alti d’Europa. Ne ho parlato in questi giorni bollenti con Franco Russo, un intenso vissuto prima in SNAM e poi in Eni al fianco di uomini come Enrico Mattei di cui ancora conserva ricordi bellissimi e Pino Bruno, illuminato imprenditore irpino, capace di trasmettermi sempre nuovi stimoli con lucide analisi. E tuttavia, nonostante il complicato contesto, vedrete che in Capitanata la politica tenterà di riprendere quota, un classico dopo la pausa vacanziera. Operazione non facile per tutti perché – è il mio punto di vista – sono poche le realtà che evocano belle suggestioni. Buone notizie arrivano dalla Camera di Commercio, ente sano e virtuoso, ora passato dalla saggia guida di Damiano Gelsomino a quella di Pino Dicarlo, imprenditore innovativo e propositivo, capace di dare con quel suo fair play la giusta osmosi ai gruppi di pressione e di interesse su cui grava il compito di  ripensare uno sviluppo, perché la politica è in panne. Non gode di buona fama, dice il Pontefice: “la corruzione e gli scandali devono restare lontano dalla vita delle persone”… come dargli torto! Tiepidi segnali di ottimismo arrivano dai comuni dove si è votato. A Manfredonia il sindaco Domenico La Marca ha varato la nuova giunta che sembra pronta ad invertire lo sfascio degli anni andati. Ovvio, servirà ancora capire bene se le intenzioni sono serie o diluiranno in parole fatue. A San Severo la sorprendente vittoria del centro destra metterà alla prova Lydia Colangelo, prima donna sindaca in una importante realtà per la Capitanata. Un impegno non da poco il suo in una terra complicata. Ma potrà contare sulla competenza e la passione di Anna Paola Giuliani, donna di valore che ha fatto bene anche a Foggia nel versante culturale, come solo i poveri di spirito non sanno riconoscere. Ad Apricena Antonio Potenza ha piazzato nuovamente la sua proposta politica che, bisogna ammetterlo, ha cambiato volto alla città delle cave con una serie di iniziative culturali di pregio. L’ingegnere 42 enne è un personaggio tenace, destinato a lasciare il segno. Non a caso è stato eletto sindaco a furor di popolo per la quarta volta. Devo dire che anche a Palazzo Dogana il presidente Nobiletti mostra di saper tener bene la rotta. L’Amministrazione lavora bene, sta sui temi e riesce a dare risposte soprattutto rispetto alla precedente gestione che ricordo perniciosa, grigia e burocratica. I sindacati sono di casa in Provincia, segno che Nobiletti sa ascoltare, è inclusivo, determinato nel ruolo. Naturalmente non mancano vacuità e opacità. In Regione la giunta Emiliano continua ad incontrare difficolta incomprensibili. La bocciatura per due volte consecutive del Documento di Economia e Finanze è un fatto sin troppo chiaro che potrebbe voler dire che siamo ai titoli di coda. Più che preoccupante vedo deludente la condizione di Foggia dove dopo nove mesi non ancora si avvertono i sintomi di quel cambiamento invocato dalle urne a piene mani eleggendo un nuovo governo affidato a Maria Aida Episcopo. Ne ho scritto e parlato più volte perché anche io ho partecipato ad affermare una sterzata che sembra essersi rifugiata in una storia piccina, troppo piccina per segnare una svolta. Ogni rifugio nel passato è una prigione! Ho cercato di spiegarlo alla Sindaca, ma non sono riuscito a scalfire le certezze inossidabili che alimentano il suo quotidiano. Anche qui forse serve tempo prima di esprimere giudizi, lo riconosco, bisogna frenare l’istinto critico. Mi limito solo a rilevare che la sensazione lasciata da questi primi mesi non è delle migliori. Voglio dire che si poteva e si può fare meglio. Vedremo quindi. Ma il presagio che ci si trovi di fronte ad un governo di semplice transizione, un aggregato di persone capaci di reggere solo l’ordinario, il contingente in maniera appena sufficiente, sistemando un po’ di strade e rimettendo in ordine una Città non mi abbandona. Non era questo che si voleva per Foggia che è pur sempre il Capoluogo della Capitanata. Dunque, l’idea che i foggiani abbiano affidato ai nuovi governanti un compito più grande di loro c’è, perché non si vede la buona strada, direbbe Paolo Campo. Ma non si aspettava tutta un’altra storia, o sbaglio?

di Micky dè Finis

Articolo presente in:
News · Venti ed Eventi

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