A seguito del recente pronunciamento, relativo al dossier Energas, con cui il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello presentato dal Comune di Manfredonia, ed altre associazioni, contro il parere favorevole di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), rilasciato dalla Regione Puglia (2015) al progetto di realizzazione del mega deposito europeo di Gas Gpl in Località Santo Spiriticchio, zona tutelata SIC-ZPS, sita nel Comune di Manfredonia, è riesplosa la decennale questione che non ha ancora trovato soluzione.
Va detto, in premessa, che la ‘bocciatura’ del suddetto ricorso non cambia nulla nella sostanza. L’iter procedurale, con pareri (a favore o contro) e autorizzazioni, è concluso da tempo e la mancata intesa Stato-Regione ha reso ‘politica’ la decisione finale, che spetta, come è noto, al Consiglio dei ministri, il quale finora ‘ha scelto di non decidere’.
In realtà, la vicenda arrivò ad un passo dalla sua conclusione sia col ministro Patuanelli che col ministro Cingolani, i quali su impulso dell’allora deputato Antonio Tasso si impegnarono, a seguito di iniziative ufficiali, a portare la discussione in C.d.M. con il loro parere negativo.
La caduta dei governi Conte 2 e Draghi non consentì tale passaggio.
Allo stato, i consiglieri Massimiliano Ritucci e Antonio Tasso sostengono – così come dichiarato nell’assemblea indetta dal sindaco la Marca lo scorso 1° agosto – che le strade da perseguire per la risoluzione dell’annosa questione, che i cittadini di Manfredonia avversano decisamente, sono due e dovranno essere percorse contemporaneamente:
- Cambio di destinazione d’uso della zona D49 (Santo Spiriticchio), che dovrebbe tornare a quella agricola, in quanto – dopo essere stata dichiarata ‘industriale’ – non ha mai visto insediamenti industriali né opere di urbanizzazione. Tesi sostenuta fin dal 2015 con Ritucci consigliere (‘iter troppo lungo’ fu la giustificazione dell’epoca, ma se fosse stato attivato adesso ne saremmo fuori);
- Interlocuzione col ministro del MASE, Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia) da parte dei parlamentari del territorio eletti, affinché abbandoni le titubanze e porti il ‘caso’ con il suo parere ‘contrario alla realizzazione’ in C.d.M. per la chiusura definitiva.
“Naturalmente, parteciperemo a tutte le iniziative che verranno indette – affermano i due consiglieri di AgiAMO e Sipontum – anche se siamo convinti che non possano produrre nulla di nuovo su quanto è agli atti nel caso Energas. La nostra idea l’abbiamo comunicata ovunque e la sosterremo, in attesa che chi ne ha titolo prenda una decisione”.
AGIAMO