Dichiarazione di Paolo Campo, presidente del Gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale
Il Consiglio regionale della Puglia vota a favore del referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata, approvando la legge proposta dal Partito Democratico e dal centrosinistra il cui primo firmatario è il presidente della Regione Michele Emiliano.
“I rischi che deriverebbero dall’applicazione delle norme ‘spacca Italia’ volute dal governo di centrodestra sono enormi, a partire dalla disarticolazione dell’unità e dell’indivisibilità della Repubblica, sancita dall’articolo 5 della Costituzione”, ha affermato il presidente del gruppo del Partito Democratico nella relazione introduttiva alla discussione.
“L’integrale trasferimento di intere materie alle Regioni, infatti, farebbe venir meno la distinzione esistente tra Regioni a statuto speciale e Regioni a statuto ordinario, modificando l’intero sistema dell’autonomia regionale.
Il Servizio Sanitario Nazionale sarebbe disgregato e le diseguaglianze tra i Servizi Sanitari Regionali aumenterebbero a danno delle cittadine e dei cittadini che necessitano di cure. Certamente aumenterebbe la “mobilità sanitaria”, che trasferisce risorse finanziarie dalle regioni meridionali a quelle settentrionali ed è provocata dalle carenze di strutture e infrastrutture sanitarie e di personale, anche a causa dei piani di rientro.
Altro rischio è la frammentazione dei sistemi scolastico e universitario, minando la coesione sociale e aumentando il consistente squilibrio esistente tra scuole e università del Nord e del Sud.
Trasferire alle Regioni competenze assolute o quasi sulle grandi reti di trasporto, i porti e gli aeroporti come sulla produzione, il trasporto e la distribuzione di energia negherebbe il valore strategico di infrastrutture e assett che non possono essere gestiti con ottiche localiste.
Infine, non c’è alcuna certezza sulla effettiva determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni relative all’esercizio dei diritti civili e sociali, perché non c’è della chiara indicazione delle risorse effettivamente disponibili a garantire, complessivamente, la coesione sociale ed economica del Paese”.