La 22esima consiliatura dell’era repubblicana del Comune di Manfredonia, si è dunque avviata. Il sindaco Domenico La Marca, risultato eletto da un combattuto ballottaggio, ha il gravoso compito di traghettare la città dal pantano di brume e intrighi che l’hanno maldestramente avvinghiata, verso sponde chiare e laboriose sulle quali riprendere i discorsi virtuosi che hanno dato lustro e notorietà all’erede della opulenta Siponto voluta da re Manfredi. Si è discettato a lungo, da parte di quanti, meritoriamente, si sono offerti di interpretare e realizzare il cambiamento. Una transizione in tanti sensi, a cominciare dalla fondamentale legalità, per attraversare il buon governo, la trasparenza delle azioni, fino al rispetto della città e dei cittadini. Un lavoro poderoso, è vero, ancorché non facile. E che non può essere demandato solo e unicamente alla Politica (la P maiuscola non è un refuso) nella sua variegata frammentazione. Ma occorre la partecipazione convinta e determinata di tutta la comunità. Occorre attivare una resilienza collettiva che metta ordine su un tratto di storia cittadina che reclama giustizia, quella popolare da aggiungere a quella giudiziaria. Dai tanti commenti e interventi sui social crudamente realistici (a parte quelli vergognosamente anonimi) si evince la consapevolezza di una realtà niente affatto esaltante. Ma allo stesso tempo si hanno notizie di iniziative, le più variegate che toccano i diversi ambiti della vita quotidiana, che mostrano che, sì, c’è e vuole emergere la parte migliore di un popolo che non ha dimenticato le proprie ascendenze non solo storiche. È questa parte che bisogna valorizzare. Ora o mai più. Agli episodi di delinquenza comune, alle continue interdizioni giudiziarie, che tratteggiano inequivocabilmente devianze immorali andatesi infiltrando nel tessuto cittadino, fanno riscontro continue e numerose iniziative sociali che fanno respirare aria nuova e fresca, danno la certezza che volendo si può. Si può invertire una tendenza che non appartiene a questa città dai trascorsi luminosi e lungimiranti. Fanno tanta speranza iniziative come manifestazioni culturali dedicate alla musica, ai libri, al teatro, ai premi di vario genere, ai dibattiti e a tanto altro. Attività che si svolgono tuttavia quasi nell’anonimato, per gli addetti ai lavori. Manca una regia consolidata, un coordinamento serio e competente che organizzi attività che vanno valorizzate. Un handicap strutturale che ha portato Manfredonia fuori dai circuiti che si sono andati sviluppando con forza e prestigio intorno alla città. Iniziative di grande respiro e rinomanza nazionale che hanno dato e danno lustro ai centri limitrofi coinvolti. Un discorso ancor più scottante e dai risvolti preoccupanti, è quello che investe l’economia cittadina. Anche in questo settore fondamentale per qualsiasi evoluzione cittadina e non solo, Manfredonia è stata in vetta dell’attenzione nazionale con iniziative di grande spessore strategico. Iniziative strutturali con importanti investimenti statali finite invariabilmente alle ortiche con conseguente paurosa regressione dell’occupazione con tutta le conseguenze negative sull’economia “ordinaria” cittadina. Riscontro inequivocabile èl’esodo dei manfredoniani che ha fatto scendere l’asticella dei residenti a livello di 53mila unità. Ma anche qui qualcosa pare si stia muovendo. L’input viene ancora una volta dal mare, dal porto, quello lasciato in eredità dall’industria che si somma a quello “commerciale” e all’altro ultimo arrivato “turistico”. È già stato avviato la realizzazione del progetto per la sua ristrutturazione, per il quale lo Stato ha stanziato la cospicua somma di ben 121 milioni di euro. Il programma è la rifunzionalizzazione dell’originale “porto isola” proteso nel golfo adriatico che si candita a porto di riferimento nel corridoio dei traffici marittimi da e per l’Europa. Una nuova opportunità offerta ad una Manfredonia che ha pensato fino ad ora, a autodenigrarsi con “battaglie” pseudo-politiche che hanno ridotto sul lastrico la ricchezza di un territorio dai confini illimitati. La domanda è: si continuerà su questo andazzo o si sveglierà e comincerà a riflettere e ad operare per il bene di Manfredonia?
di Michele Apollonio