Lunedì 15 Luglio 2024

Terminano i campionati mondiali Masters di Tennis Tavolo Roma. Antonio Tasso, membro del comitato organizzatore, racconta il successo

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Uno sport praticato in tutto il mondo e di larga diffusione ha vissuto un grande momento di visibilità a Roma in occasione dei ‘Campionati Mondiali Masters di Tennis Tavolo’, nel cui Comitato Organizzatore figura anche Antonio Tasso, dirigente della Federazione Italiana Tennis Tavolo (FITeT), con incarico anche nel direttivo del C.O.L. della manifestazione, ma soprattutto, come ama definirsi in questo caso, un manfredoniano nel board internazionale’.

Un evento ben riuscito, stando a quello che si è raccontato in questa settimana di svolgimento (7-14 luglio 2024, ndr). “Sì, è stato un enorme successo sotto tutti i punti di vista. L’organizzazione si è rivelata molto efficace, riuscendo a portare a compimento una manifestazione complessa che ha raggiunto numeri stellari”.

Facciamo il punto sui numeri? “Volentieri. Abbiamo registrato 6100 partecipanti iscritti, provenienti da 111 nazioni dei 5 continenti. 2500 sono stati i collaboratori, assistenti, personale in servizio presso le 350 aree di gioco allestite alla Nuova Fiera di Roma, luogo di svolgimento delle gare. Se includiamo anche le persone al seguito degli atleti (accompagnatori vari, allenatori, familiari ecc.) calcoliamo oltre centomila presenze nell’arco della settimana di gare”.

Appaiono come numeri impressionanti. “Lo sono, infatti. Se consideriamo che le Olimpiadi di Parigi indicano circa 10500 atleti iscritti in tutte le discipline, riusciamo ad avere un’idea di cosa abbiamo realizzato a Roma col Tennis Tavolo. Tutte queste persone hanno soggiornato nelle strutture della capitale e delle località limitrofe, frequentando ristoranti e negozi, utilizzando trasporti pubblici per la maggior parte di essi. Per meglio comprendere quale sia stato l’effetto economico di cui il territorio ha beneficiato, noi del direttivo del Comitato Organizzatore abbiamo commissionato all’università del “Foro Italico” uno studio per verificarlo e procedere con le opportune analisi e valutazioni, da mettere a disposizione di chi vuole cimentarsi in iniziative similari”.

Quanti partners avete coinvolto? “Davvero tanti. Numerosi quelli commerciali, che hanno acquistato spazi per gli stand, sia all’interno del padiglione di accoglienza ed intrattenimento che nel ‘Fun Village’ esterno. ma anche quelli istituzionali ci hanno dato una mano, come il Ministero degli Affari Esteri, quello del Turismo, dello Sport, la Regione Lazio ed il Comune di Roma, che ovviamente ringraziamo”

Momenti particolari e aneddoti? Ci sono stati diversi momenti del genere. Intanto, devo dire che la manifestazione si è arricchita con la presenza di atleti paralimpici, che hanno partecipato alle gare a loro riservate, ma anche a quelle aperte a tutti, nello stesso periodo di svolgimento. Questo è stato fortemente voluto dal nostro Comitato Organizzatore, sostenuto anche dalla Federazione, per mettere in atto quella volontà di inclusione, spesso sbandierata da tanti, ma poi poco praticata. Ecco noi l’abbiamo realizzata e, al momento, siamo l’unica federazione al mondo ad averlo fatto. Ed è stato bellissimo vedere la gioia degli atleti con disabilità nel partecipare ad un evento mondiale di questa portata ed importanza. Ma mi sono emozionato anche nel guardare il desiderio di gareggiare degli atleti di tutte le categorie di età ammesse. Ricordo che questi campionati ‘Masters’ prevedevano partecipanti da 40 anni in su, in ragione di una categoria ogni 5 anni, fino ad arrivare agli over 90. L’atleta più anziana è stata una cinese di 101 anni. Inoltre, abbiamo avuto pongisti provenienti anche dalla Palestina, Iran, Israele, Ucraina e Russia, che si sono affrontati con grande sportività e lealtà agonistica. Davvero una grande lezione a chi non riesce a trovare lo spiraglio per una pace che l’umanità chiede a gran voce. Al termine della manifestazione, personalmente, ho effettuato diverse premiazioni, ma quando ho consegnato le medaglie ad alcuni atleti con disabilità gravi, la gioia che brillava nei loro occhi mi ha commosso. Un grande ammonimento per chi vive aridamente ed egoisticamente la propria realtà”.

Cosa porta a casa da questa esperienza? “La consapevolezza di aver superato una rilevante prova organizzativa in tema di ‘grandi eventi’. Il bagaglio di conoscenze e relazioni si arricchito di ulteriori elementi che mi inducono a voler realizzare eventi di rilievo, soprattutto, nel nostro territorio. Non solo sportivi, naturalmente, ma anche di respiro sociale, culturale, ludico e di intrattenimento, che abbiano, per di più, un effetto economico, che non guasta mai”.

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