Martedì 16 Luglio 2024

La caccia alle streghe

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La scelta di un popolo su chi debba governarlo è un principio fondamentale delle democrazie moderne, sancito in molte costituzioni nazionali e in trattati internazionali. Ad esempio, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite del 1948 afferma all’articolo 21:

  1. Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, direttamente o attraverso rappresentanti liberamente scelti.
  2. La volontà del popolo deve costituire la base dell’autorità del governo; tale volontà deve essere espressa mediante elezioni oneste che si svolgano a intervalli regolari a suffragio universale e con voto segreto o secondo una procedura equivalente di libera votazione.

Questi principi sono ripresi in molte costituzioni, come quella italiana, che all’articolo 1 recita: La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”

Filosofi politici hanno contribuito significativamente alla teoria della sovranità popolare e della scelta democratica. John Locke, nel suo “Secondo Trattato sul Governo“, sostiene che i governi legittimi derivano dal consenso dei governati, un’idea che ha influenzato profondamente le rivoluzioni liberali.

Storicamente, il concetto di autodeterminazione e di scelta dei governanti ha radici profonde. Nell’antica Grecia, specialmente ad Atene, la democrazia diretta permetteva ai cittadini di partecipare attivamente alla vita politica e di scegliere i propri leader. Questo sistema, benché limitato a una parte della popolazione (escludendo donne, schiavi e non cittadini), rappresenta uno dei primi esempi di democrazia partecipativa.

La democrazia si basa sul principio che il potere appartiene al popolo, il quale lo esercita attraverso il voto. Accettare l’esito elettorale significa rispettare la volontà della maggioranza, che è il principio cardine di ogni sistema democratico.

Quando i politici e i candidati accettano i risultati delle elezioni, dimostrano fiducia nelle istituzioni elettorali e nel sistema democratico. Questo rafforza la fiducia dei cittadini nelle stesse istituzioni, rendendo più solida la democrazia. Al contrario ogni azione mossa a scopo esclusivo di screditare l’avversario, rende l’intero panorama politico e ciò che esso rappresenta in quel momento inquinante ed instabile, spostando l’attenzione su questioni poco rilevanti al benessere ed alle esigenze vere della collettività. Una pratica, quella della caccia alle streghe, senza che vi sia un manico di scopa come prova. Nessuna zucca, nessun intruglio nel pentolone o strano libro di incantesimi. Il solito rumore della cattiva politica, condotto in ambienti non consoni ai palcoscenici in cui essa dovrebbe abitare. Una pratica errata nella sede e nella forma. I rimanda a tal proposito al Titolo II del “Regolamento del Consiglio Comunale di Manfredonia

Accettare la sconfitta è un segno di maturità politica e di rispetto per gli avversari. E non solo, accettarla offre l’opportunità di riflettere sulle proprie strategie e politiche. Un momento per analizzare gli errori, comprendere meglio le esigenze degli elettori e prepararsi per il futuro con nuove idee e proposte.

Dignità nella sconfitta, rispetto per i vincitori

 

Gaetano Brigida

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Comunicati · News

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