Fumata bianca nella prima seduta utile della Camera di Commercio a trazione Di Carlo per l’elezione della nuova governance. Quasi tutte new entry nell’Esecutivo: da Marino Pilati di Coldiretti, vice presidente in pectore della Giunta, a Daniela Mazzeo e Antonio Metauro per Confcommercio, Ivano Chierici di Confindustria, Salvatore Trombetta per gli Artigiani e Luigi Giannatempo per Confesercenti. Unica conferma, Filippo Schiavone di Confagricoltura. I 25 consiglieri hanno espresso il loro voto a scrutinio segreto, ma non tutto è andato come suggeriva il copione delle intese raggiunte in sede associativa tra le varie componenti. Lo conferma la mancata elezione di Eliseo Zanasi uscito sconfitto da un test che alla vigilia dava per scontata la sua elezione. Una bocciatura che rivela, com’è di tutta evidenza, tutto il malessere pernicioso che attraversa Confindustria alle prese con l’ennesima resa dei conti interna, generata dall’Ance, la potente associazione degli edili che ha inteso così prendere le distanze dal vecchio ingegnere, accusato di accentrare su di sé il residuo potere di un’associazione ormai in caduta libera. Una storia che si ripete da decenni e in cui torna l’antico proverbio derivato dal libro del profeta Osea “E poiché semineranno vento, raccoglieranno tempesta”. Al netto delle cose, Zanasi non si è rivelato un buon pastore, perché la sua guida è stata il frutto di epurazioni in un contesto da caccia alle streghe e colpi di mano. Da un lato antiche ruggini ma soprattutto nuovi equilibri alla base di un colpo di scena che ha visto Zanasi soccombere nelle urne e che solo qualche settimana fa era stato disarcionato dalla Presidenza di Cassa Edile, ora retta dall’imprenditore Michele Gengari. Ne è venuto fuori un clima tutt’altro che sereno che solo il savoir faire del nuovo Presidente Pino Di Carlo è riuscito a smorzare con dichiarazioni di un bon ton decisamente istituzionale, viste le circostanze. Va anche detto che dietro questo colpo da manuale si legge anche la rivincita di Filippo Schiavone che ha così ripagato “pan per focaccia” direbbe Dante, Eliseo Zanasi, colpevole di aver giocato su troppi tavoli una partita tutta sua ma che alla fine ha promosso nuovi giocatori nel calcolo dell’improbabile, di certo più abili e più lucidi di lui. Ma come si dice, cosa fatta, capo A. La Camera riprende ora il suo cammino con i suoi organismi democraticamente eletti. Un luogo che dovrà dare nuovo impulso alle imprese e allo sviluppo senza dare spazio a diatribe o ripicche personali perché la storia camerale deve andare avanti sulla scia del buon lavoro svolto da Damiano Gelsomino. Lo ha detto a chiare lettere il presidente Di Carlo a fine seduta formulando gli auguri ai consiglieri eletti per lavorare nell’interesse delle imprese e lo sviluppo del territorio. Parole sante.
di Micky dè Finis