Sono atterrati i marziani a Manfredonia! Da lunedì, in occasione dell’elezione del nuovo sindaco, ascoltiamo e leggiamo cose dell’altro mondo.
Proclami, autocelebrazioni, trionfalismi come se nel 2019, o meglio nei 25 anni precedenti, nulla fosse accaduto in una città sprofondata nel baratro per la mala gestio proprio del Comune e proprio per mano di quella gente che oggi candidamente celebra il “nuovismo” di facciata.
“La vittoria del centrosinistra a Manfredonia restituisce dignità e onorabilità all’istituzione comunale e chiude l’orribile ciclo dei commissariamenti e del malgoverno del centrodestra”, dice un noto consigliere regionale ed ex sindaco che dimentica, o vuol far dimenticare, il pre dissesto finanziario e lo scioglimento per infiltrazioni mafiose che, nel 2019, hanno portato Manfredonia ad una lunga fase commissariale.
Chi era alla guida di quella Amministrazione? Quel Pd che oggi si presenta riverginato e che, nel 2021, non ha avuto neanche il coraggio di presentarsi con il proprio simbolo alle elezioni ma sotto mentite spoglie, salvo poi buttare giù la maschera qualche tempo dopo in Consiglio comunale.
L’Amministrazione di centrodestra da me guidata non è certo caduta in meno di due anni per “mal governo”, ma per uno scellerato patto tra quell’opposizione di centrosinistra con Forza Italia ed il suo Onorevole, dando prova di una consolidata intesa trasversale ventennale tra le parti da utilizzare a seconda delle tornate elettorali e degli interessi personali da accontentare.
Al sindaco La Marca neo insediato, auguro di poter pensare ed agire in autonomia e serenità per il bene di Manfredonia. In questi giorni abbiamo visto in foto ed in giro per la città tanti sindaci ombra che hanno finito per oscurare il sindaco, alimentando i dubbi su questa operazione di “green washing”, facce nuove, stessi vecchi protagonisti alle spalle. Quelli, come il noto consigliere regionale ed ex sindaco, che hanno ridotto Manfredonia nell’attuale situazione di seria criticità finanziaria ed amministrativa.
Un titolo a tutta questa situazione? Beh, “Io speriamo che me me la cavo” e che ,allora, sia la speranza davvero l’ultima a morire.