Di Aldo Caroleo
Come ogni anno, il 21 giugno rappresenta una data importante per l’Abbazia di san Leonardo di Siponto: proprio in questo giorno, al solstizio d’estate, esattamente alle ore 12 dell’orario solare, un raggio di sole penetra da un piccolo rosone di pietra incastonato sulla volta a semibotte posta al centro della navata centrale della chiesa, descrivendo una rosa di luce di 11 petali che cade sul pavimento, a metà distanza tra i due pilastri prospicienti il fastoso portale, in un preciso punto dove è graffita una piccola croce.
A San Leonardo non c’è solo il piccolo rosone sulla volta centrale, me ve ne è un altro, della stessa dimensione, situato sulla facciata del lato occidentale della chiesa, in corrispondenza della facciata laterale sinistra: ad un attento esame dei reperti del lapidario, vi sono i resti di un altro rosoncino sembrerebbe delle stesse dimensioni degli altri due.
Si può ragionevolmente ipotizzare che a san Leonardo fossero presenti tre rosoni: uno sulla volta centrale a semibotte, nato col portale, e gli altri due posti sulla facciata ad occidente in linea con le navate laterali.
Da questi rosoni, ai solstizi e agli equinozi, la luce del sole entra nella chiesa posizionandosi in luoghi diversi: dal rosone della volta centrale, alla metà dei pilastri prospicienti il portale al solstizio d’estate; da quelli della facciata occidentale sulle tre absidi agli equinozi e al solstizio d’inverno.
Poiché nell’architettura sacra nel medioevo, tutto veniva fatto secondo un preciso programma iconologico e simbolico, traendo spunto dalle Sacre Scritture, cerchiamo di dare una interpretazione sulla Teofania solare di San Leonardo.
I riferimenti cristologici della luce sono presenti sia nell’Antico (Gn 1,3) (Is. 9,1) (Is. 42,6) (Is. 49,6) (Is.60,1,19) che nel Nuovo Testamento (Gv. 1,5) /(Gv. 8,12) (Gv. 9,5) (Gv. 12,35,46) (1Gv.2,8).
“Solstizio” significa “fermata del sole”. Delle due fasi del ciclo annuale, l’una, discendente va dal solstizio d’estate (21 giugno) a quello d’inverno; l’altra, ascendente, va dal 21 dicembre solstizio d’inverno per arrivare al suo culmine al solstizio d’estate.
Considerando questi concetti, bisognerà ricordare anche le datazioni della nascita di San Giovanni il Battista (24 giugno) e del Salvatore ( 25 dicembre).
San Giovanni Battista, il Precursore, l’Annunciatore dice del Cristo:
“Illum opportet crescere,me autem minui”
(Egli deve crescere ed io diminuire) (Gv. 3,30)
In effetti il 21 giugno il sole raggiunge il suo apice, per poi cominciare a discendere, mentre il 21 dicembre il sole raggiunge il suo minimo e comincia a salire.
Le date, tradizionalmente indicate, della natività del Battista e del Cristo, si situano, in maniera sorprendente, un po’ dopo i due solstizi, il che fa apparire ancora più chiaramente, sia l’aspetto discendente per l’uno, (il Battista) che quello ascendente per l’Altro, (Cristo).
La suggestiva sequenza 24-25 sembra che suoni come un: “missus sum ante illum” (sono stato mandato innanzi a Lui) (Gv. 3,28).
Il sole è il simbolo del Verbo di Dio incarnato nel quale e per il quale tutto è stato creato e illuminato e che ha detto :
“Io sono la Luce del mondo, chi segue me non camminerà più nelle tenebre, ma avrà la luce della Vita” (Gv. 8,12).
Il solstizio d’estate presenta un simbolismo naturale si estrema chiarezza: in quel momento il sole passa allo Zenith, nel suo punto più alto, tocca il suo apogeo: è il trionfo del Cristo.
Il Cristo-Sole non scende più: esso si situa al di fuori del tempo naturale, nell’istante soprannaturale. Con Cristo il tempo è compiuto avendo raggiunto il suo fine. I tempi nuovi, quelli della Chiesa, sono sotto il segno di quel solstizio. ( M. Pasquale)
E possiamo immaginare con quanta emozione, allora come oggi, alla folla radunata sul piazzale della chiesa, veniva aperto il portone e all’interno buio del tempio un raggio di sole si concretizzava nella presenza dell’Emmanuele: “Dio con noi”.
Aldo Caroleo Siponto