Giovedì 21 Novembre 2024

Un esempio di civismo da prendere a modello

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Dal Centro diurno di riabilitazione psicosociale “Alda Merini” alla spiaggia Castello di Manfredonia. Non certo per prendere il sole tornato a splendere sul litorale sipontino, né tanto meno per un bagno rigenerante nell’invitante limpido mare del golfo adriatico, bensì per svolgere un servizio civile di igiene di una spiaggia che è parte del panorama cittadino costeggiato dal Viale Miramare, l’arteria urbana di maggior traffico, eppertanto alla vista di tutti. Inutile dire che il panorama offerto da quella riva è spettacolare dal punto di vista paesaggistico, ma quanto meno indecente per la presenza di immondizia di vario genere, fortemente stridente con uno dei panorami più scenici di Manfredonia.

Una situazione di degrado urbano non sfuggito a Barbara Torraco, presidente dell’impresa sociale “Patto Consulting”, capofila di un progetto nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che ha organizzato una giornata di volontariato ambientale con il duplice obiettivo di dimostrare le capacità di recupero della salute mentale degli assistiti e di effettuare un servizio sociale. Una dimostrazione di «inclusione sociale a sfondo ambientale con protagoniste persone affette da disagio mentale». La giornata di pulizia della spiaggia rientra tra le giornate di volontariato ambientale previste dal Progetto NEMO (Natura ed Educazione per nuovi MOdelli partecipativi) finalizzato al reinserimento delle persone affette da disagio mentale nel tessuto sociale e lavorativo.

  «Iniziative come questa – annota Michele Grossi, Direttore Centro di Salute Mentale Centro ‘Alda Merini’ di Manfredoniadimostrano come la salute mentale possa essere una grande risorsa per l’intera comunità. I pazienti che hanno delle capacità residue, dopo aver fatto un percorso di riabilitazione psicosociale, possono metterle a disposizione di tutti, lanciando così un duplice messaggio che vede nella sostenibilità e nell’inclusività gli elementi cruciali per il futuro della società».

Un recupero che apre prospettive promettenti. «Nel gruppo di persone che hanno vissuto sulla propria pelle l’esperienza della malattia mentale – rileva Vittoria Del Grosso, Coordinatrice Centro Diurno-Associazione Psychè – ci sono anche Amelia, Adriano, Marcello e Matteo che, guanti e rastrello alla mano, hanno ripulito la spiaggia dando un esempio virtuoso a tanti cittadini, stimolandoli ad un maggiore rispetto del pianeta Terra, il nostro bene più prezioso». Naturalmente si è trovato di tutto: in grande quantità gli oggetti di plastica.

Insomma: l’utile e il vantaggioso. Un servizio reso alla comunità, un intervento dimostrativo di attenzione verso il patrimonio cittadino. Che ha evidenziato l’altra faccia della medaglia: quella dei comportamenti niente affatto rispettosi della natura, di un bene cittadino. Una minoranza certamente rispetto alla moltitudine della popolazione, ma quanto basta per deturpare un luogo e gettare discredito sull’intera comunità cittadina. Stesso discorso valga per i ben noti e diffusi abbandoni di rifiuti nell’abitato e, a dimensione industriale, nelle campagne.

  Michele Apollonio

 

 

 

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