Di Aldo Caroleo, Siponto
L’arte del mosaico, come è noto, ha avuto un ruolo determinante nella decorazione di pareti sia interne che esterne degli edifici religiosi.. Le decorazioni sono state influenzate dall’arte bizantina, soprattutto per i rivestimenti musivi. E’ interessante l’introduzione di vetri più o meno scintillanti per giocare con le variazioni luminose prodotte dall’alternarsi di elementi piu o meno lucidi. Molto in uso le paste vitree: accanto ai frammenti di vetro venivano impiegati pietre colorate : il verde, i lapislazzuli, il marmo, la madreperla ed altre tonalità di colori.
Siponto è stata il crocevia di tutte le influenze orientali: bizantino, islamico per sfociare nel cosmatesco.
Sappiamo dalla storia che i mosaici che hanno interessato l’Antica Siponto e venuti alla luce negli scavi che si sono succeduti dal 1870 in poi, ci danno una idea della grandezza e dell’importanza che Siponto ha avuto nella storia, non solo economica e culturale, ma anche artistica.
Gli scavi che nel tempo hanno messo alla luce delle basiliche paleocristiane, quella del V Sec. attribuita al vescovo Felice , ad una sola navata con pavimentazione musiva a tessere bianche e nere,e poggiante su una domus romana di cui rimane un frammento musivo di un ambiente, forse un impluvium.
Con l’avvento del grande Vescovo Lorenzo, giunto a Siponto nel VI Sec. si ha la vera affermazione culturale, artistica, religiosa di Siponto, culminata con l’introduzione del Culto Micaelico, vero evento Religioso e culturale che ancora dura.
Lorenzo Maiorano, proveniente secondo la tradizione da Costantinopoli, e vero innovatore culturale: amplia la prima paleocristiana ,ad una sola navata, di Felice e la rende a tre navate e a croce latina, e costruisce un grande Battistero del quale un osservatore ne descrive la grandiosità (in seguito spogliato dai Veneziani, veri predatori e di opere d’arte).
Dal Sarnelli : “Cronologia dè Vescovi ….ecc.” apprendiamo :
“……Fedinando Re di Napoli impegnò Manfredonia ai Veneziani,li quali l’impoverirono dè marmi molto preggiati dè quali la città fu molto ricca …..e li adoperarono in San Marco in Vinegia”.
Matteo Spinelli nella sua “Memorie storiche dell’Antica e moderna Siponto,” è molto più preciso:
“…Del che contentissimi (per la Città data loro in pegno), i Venetiani profittarono assai dentro delle rovine dell’Antica Città e specialmente trasportarono in Venezia un numero infinito di marmi pregiatissimi che scoprirono con lo scavo, oltre di què che presero dall’Antico Duomo di Siponto (di Lorenzo Maiorano) che fu ricchissimo di marmi anche fin dalla sua edificazione e maggiormente per essere stato arricchito di cose più rare e qualificate da San Lorenzo, X Vescovo Sipontino, che trasportandoli in Venezia si adoperarono per il maggior lustro della Chiesa Ducale di San Marco….”
Lorenzo ,inoltre, chiama delle maestranze lapicide costantinopolitane e fa costruire sopra il pavimento a tessere bianche e nere della chiesa di Felice un altro pavimento a mosaico policromo, vero tesoro d’arte bizantina lasciato improvvidamente nel tempo all’azione delle graminacee e delle avversità atmosferiche.
Durante le campagne di scavo successive, si sono recuperati frammenti messi insieme che, posti su un pannello, si possono ammirare sulla parete interna sinistra della Basilica di Santa Maria Maggiore e che orgogliosamente danno sfoggio della loro pregevolezza.
Della tipologia dei mosaici sipontini , con relative foto sarò molto più preciso in un mio prossimo contributo Un’altra perla nascosta , che che ci riserva la nostra Basilica ,vero esempio di architettura Romanica con influssi orientali, dalmati e armeni, è costituita dalla facciata esterna della chiesa esposta ad ovest.(foto)
Questa facciata, per esposizione e per orientamento, ha una particolarità : è sempre battuta dal sole, dal suo sorgere al suo tramonto …guardarla nel suo insieme, emana una luce straordinaria e senza ombra di dubbio è una delle facciate più luminose tra le tante chiese romaniche che ho visitato. La foto dà l’idea di questa bellezza.
Un’altra sorpresa, proprio su questa facciata, ci riserva la nostra “vera” Basilica.
Su questa parete vi è stata inserita un’abside sostenuta da lesene ….ogni lesena porta una serie di incavi rombici bugnati con un forellino al centro, e di rombi lisci.
Inoltre, sulla stessa facciata, sono inseriti, due a sinistra di chi guarda e due a desta, dei rombi, anch’essi decorati con motivi floreali e geometrici (quelli di destra quasi illegibili), alternati dal bugnato e dal liscio.
Sulle parti bugnate o grezze, venivano inserite delle formelle di paste vitree, diversamente colorate che davano, con luce del sole un effetto straordinario di luci policrome riflesse .
E questo effetto è testimoniato da viaggiatori che nel tempo passavano sull’antico tracciato della strada, oggi 89 che vedevano, già da lontano una chiesta che :
“Brilla al sole ergendosi sull’assolata campagna”
Una luce propria, quella della pietra bianca, esaltata dall’arte e dalla maestria dei “magister” che usavano la testa e l’anima e le braccia (e non il computer ) per tramandarci opere immortali ancora insuperate.
Questa è la vera luce, che si identifica nel Cristo e che aveva questo richiamo anche per i non credenti, attratti da questo straordinario spettacolo che si mutuava nel vero messaggio salvifico del Signore:
“Io sono la Luce del Mondo.
chi segue me non avrà più fame
e chi crede in me non avrà più sete”
Sarebbe bellissimo se si potessero far riprodurre da qualche mosaicista le paste vitree di antica fattura e riempire quelle parti bugnate? Sarebbe un contributo e un grazie a quelle straordinarie bellezze ci hanno tramandato in modo completamente gratuito i grandi magister Sipontini che hanno scritto pagine immortali nel libro della dell’Arte e della Storia.
Aldo Caroleo il 25 aprile 2024