Sconfitta esterna per i biancocelesti, che nonostante una prestazione combattiva e dedita al sacrificio, non riescono a portare punti dal “Degli Ulivi” di Andria in un match inevitabilmente condizionato dal rosso sventolato a Calemme dopo 25’ di gioco, che ha inevitabilmente condizionato la gara, in negativo.
Cinque senza Giacobbe, ma con Carbonaro in avanti e la coppia Amabile-Cicerelli in mediana.
L’approccio del Manfredonia è quello giusto e dopo 1’ arriva la prima occasione: da corner, palla a Babaj che si libera bene e tira dal limite, di poco a lato. Ancora sipontini pericolosi al 10’ con Balba, che lavora bene la sfera e ci prova dal limite col sinistro, debole e a lato.
La Fidelis soffre l’iniziativa dei biancocelesti che in due minuti creano una doppia chance per passare: al 14’ Carbonaro calcia al volo un pallone vagante, Baietti la sfiora con le dita deviandola in angolo. Dal successivo corner, Fissore stacca bene di testa ma la sfera finisce di pochissimo alta sulla traversa.
Ma come spesso è accaduto quest’anno, nel suo momento migliore il Manfredonia subisce: al 25’ cross da sinistra di Bottalico, Ferrara salta più in alto di tutti e batte Paduano. E siccome i guai non arrivano soli, dopo 3’ arriva anche la doccia fredda: espulso Calemme per un intervento scomposto su Padalino, colpito in pieno dal fantasista che di spalle, cercava la sfera. Rosso generoso che stravolgerà la gara.
Donia in 10 e a Andria vicino al raddoppio al 40’ con Russo, gran conclusione dal limite e palla che lambisce il palo esterno.
De Vito per Babaj dal 1’ della ripresa, che vede i sipontini correre e lottare su ogni pallone ma non creano grossi grattacapi, anche a causa dell’uomo in meno che penalizza i biancocelesti. Ed al 28’ i padroni di casa raddoppiano: scambio prolungato Cancelli-Scaringella rifinito dall’attaccante, che beffa la difesa la mette dentro.
Nel frattempo dentro Viti, Prencipe, Orlando e Hernaiz per cercare di cambiare l’inerzia del match, ma a parte una conclusione a botta sicura di Carbonaro deviata dal piede del difensore di cas, dopo 5’ di recupero il direttore di gara pone fine alle ostilità ed aumenta il rammarico per ciò che poteva essere in parità numerica.
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Foto Melcarne