Giovedì 21 Novembre 2024

Conte e Schlein nel giorno di San Vincenzo. E Manfredonia insegue la speranza

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Narra la leggenda che San Vincenzo, predicatore apocalittico, fosse invocato dai credenti in primo luogo per allontanare i fulmini e i terremoti ma anche per scongiurare le malattie più gravi. Le credenze popolari, si sa, mescolano fantasia e tradizione ma talvolta sono più vere delle cose e aiutano a comprendere le circostanze. Orbene, nel giorno in cui la Chiesa ricordava il santo domenicano, il Pd apriva il  cuore nella speranza di un suo intervento nel tentativo estremo di evitare il peggio in quel gran pasticcio imploso a Bari, San Vincenzo ha chiuso le porte!

Ma vediamo i fatti.

Il 5 aprile, Conte arriva a Bari e prima di partecipare ad un comizio, raduna i giornalisti e dice lapidario: “le condizioni per svolgere le primarie non ci sono più, riteniamo che le ragioni che ci hanno spinto a sostenere Michele Laforgia permangono immutate, anzi si rafforzano”

Apriti cielo! 

Elly Schlein scende in piazza e lo attacca frontalmente: “così aiuti la destra mancando di rispetto a tutti”. Lo strappo è di quelli laceranti. Servirebbe un miracolo, altro che preghiere! Quelle rivolte dal Pd, evidentemente, non sono state sufficienti a sortire l’effetto sperato per evitare i fulmini e i terremoti che nei giorni andati si sono abbattuti sul Pd e sugli uomini e le donne della sue premiate ditte. La Schlein si mostra furiosa. “Capisco che chi ha iniziato a far politica direttamente da Palazzo Chigi forse non ha tanta dimestichezza con la militanza di base”, poi l’affondo diretto all’ex Presidente del Consiglio “far saltare le primarie a tre giorni dal voto – dice – è una sberla a tutta la gente perbene che si stava preparando a votare per Vito (Leccese) o per Michele (Laforgia).

Sin qui la cronaca nuda e cruda.

Fuor di metafora, la sensazione che i fatti e i misfatti che il resoconto giudiziario racconta vada travolgendo il Pd in un’insidiosa difficoltà è forte. La prima viene dalla paura palmare di aver perso troppo terreno in quella che sino a ieri era considerata una roccaforte tutta sua e solo sua. La seconda, più inquietante, è che il Pd non abbia la capacità di percepire in pieno il disorientamento devastante che le inchieste baresi hanno ingenerato scoprendo un quadro disarmante che tocca soprattutto il Pd e alcuni suoi apparati un tantino malaccorti. E allora, perché attaccare Conte, perché accusare il Movimento 5 Stelle di aver rotto i patti se questi potrebbero rivelare raccapriccianti scenari? Vero è che il leader del Movimento 5 Stelle è parso, al contrario, parecchio più coscienzioso della Schlein, parecchio più prudente nell’accantonare questioni tuttora appese ma che vanno chiarite alla luce del sole. Aver difeso in maniera convinta Antonio Decaro e senza sofismi con quel suo stile asciutto e ponderato, non lo ha certo distratto dal sentire il polso di una situazione sempre più bollente. Non a caso aveva proposto un candidato, l’avvocato Michele Laforgia, il cui profilo rimane al di fuori di ogni sospetto in una Puglia dove ad un’inchiesta giudiziaria sé ne aggiunge un’altra, paventando voti di scambio e forme di possibili inquinamenti nel meccanismo democratico elettorale.

Sembra poco?

La posizione politica di Conte appare dunque chiara, segnando un nuovo inizio non solo per Bari, perché serve ovunque rafforzare i presidi di legalità e della massima trasparenza, senza misurarsi in prove muscolari cui sembra affezionata una parte del Pd. Conte lo pensa e lo dice senza scomporsi rilanciando uno spirito unitario perché la vera sfida da affrontare, questo il punto, si svolge sul piano della legalità, terreno in cui il Pd dovrebbe mordere il freno. Una tesi che l’europarlamentare Mario Furore reputa percorribile anche per Manfredonia dove sembra possibile un accordo tra un rinnovato Pd e i 5 Stelle, allargato a quel mondo civico che considera la legalità il primo antidoto per restituire serenità ad una città che è allo sbando. Questo significa avere rispetto dei cittadini, altro che! E allora, a che serve pregare se non si leva qualcosa di meglio del peggio che è sotto il sole? Forse, meno sono le parole, migliore è la preghiera che richiede più testa che lingua.

di Micky dè Finis

Articolo presente in:
News · Venti ed Eventi

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