Le informazioni che quasi quotidianamente la stampa ci offre sull’inchiesta “Giù le mani” ci lascia basiti, sconcertati e affranti sia per la consapevolezza della permeabilità delle istituzioni e della politica da parte della mafia, sia per la conferma della percezione della gravità del degrado morale della nostra città.
L’aver riportato, infatti, in primo piano la vicenda della diffamazione a mezzo social di una giovane donna, insegnante di religione e madre di due figli maschi adolescenti, ci spinge ad alcune considerazioni amare per tutte/tutti noi.
Intanto denunciamo la meschinità e l’efferatezza di chi ha voluto colpire una persona in ciò che di più sacro ha: l’onorabilità e la dignità e che perciò andava da subito individuata come vittima di uno stupro simbolico al di là della veridicità dell’attacco. Invece molti/e hanno lasciato che il video circolasse impunemente, senza intervenire per fermarlo e ancor più nessuno/a si è fatto avanti per aiutare la giustizia a far emergere le responsabilità.
Ha senso esprimere la solidarietà con parole di circostanza “ma noi eravamo certe che non eri tu”. E allora? Ci scagiona questo comportamento?
A te Brunella, figlia prediletta di Rosanna Giordano e Italo Magno, ragazza fiera e dal carattere indomito che, con la tua denuncia forte e chiara, hai dato voce a chi non ha la forza di difendersi, diciamo grazie e ti abbracciamo insieme a tutte le persone per bene di questa città, idealmente vicine alla tua sensibilità e per le quali la questione morale è prioritaria come purtroppo gli eventi ci hanno fatto capire da tempo.
La Presidente Prof.ssa Iolanda D’Errico
Manfredonia Nuova