Di Aldo Caroleo
A chi visita la Basilica di San Marco a Venezia,non sfugge il gran numero di colonne e capitelli che adornano i tre portali della facciata principale, ma anche nel suo interno e nel Palazzo Ducale. E’ ben noto a tutti che i veneziani si sono avvalsi della loro grande astuzia e forza di mercenari per portare nella loro città una enorme quantità di tesori d’arte letteralmente razziati in più parti d’Italia e dell’Oriente Anche le Reliquie di San Marco furono trafugate astutamente da Alessandria d’Egitto. Essi assoldarono soldataglie di mercenari per riuscire nei loro intenti. Si sa dalla storia che nel 1204 , con un astuto colpo di mano, i veneziani si impadronirono di Costantinopoli e la depredarono letteralmente trasportando con le loro navi una incredibile quantità di tesori d’arte (capitelli, colonne, marmi pregiati, mosaici, statue,arredi sacri e oro e pietre preziose).
Non sfuggì a questa depredazione nemmeno la nostra Siponto come si apprende da due notizie storiche: la prima ce la fornisce il Sarnelli nella sua “Cronologia dé Vescovi e Arcivescovi Sipontini) del 1680:
“…Ferdinando Re di Napoli impegnò Manfredonia a’ Veneziani, li quali l’impoverirono dè marmi molto preggiati dè quali questa città fu molto ricca……e li adoperarono in San Marco in Vinegia”.
Matteo Spinelli nella sua opera : “Memorie storiche dell’Antica e Moderna Siponto” è molto più preciso, riprendendo, la notizia del Sarnelli:
“…Del che contentissimi (per la Città data loro in pegno), i Venetiani profittarono assai dentro le rovine dell’antica Città e specialmente trasportarono in Venezia un numero infinito di marmi pregiatissimi che scoprirono collo scavo, oltre di què che presero dall’Antico Duomo di Siponto che ne fu ricchissimo di marmi anche sin dalla sua Edificazione e maggiormente per essere stato arricchito di cose più rare e qualificate da S.Lorenzo, X Vescovo Sipontino, che trasportandoli in Venezia si adoperarono per il maggior lustro della Chiesa Ducale di San Marco….”
Questo per pura verità storica quasi sempre taciuta: a San Marco a Venezia c’è anche un pezzo (anzi più pezzi) importanti della nostra Storia”