È il ritorno alla vita dopo la morte. La Pasqua indica il passaggio a vita nuova. Un forte e autentico auspicio, questa Pasqua 2024, per i manfredoniani che stanno vivendo lunghi e penosi anni di passione. Manfredonia ha patito nella sua millenaria esistenza, periodi di grande difficoltà. Ha persino rischiato di scomparire, messa ferro e fuoco dall’assalto turchesco. È sempre risorta, più forte e prosperosa di prima. Quello attuale che la sta attraversando da diversi anni, si prospetta particolarmente deleterio. Anche perché causato da una parte dei suoi stessi abitanti, da coloro che avrebbero dovuto proteggerla, svilupparla, esaltarla. È invece stata spinta inesorabilmente in un abisso senza fondo. È dovuta intervenire la Legge, la Procura della Repubblica con l’intento di mettere ordine nelle tante, troppe cose che sono deragliate, portate fuori dalla retta via. I magistrati sono all’opera per accertare reati e autori. Che riguardano anche persone delle istituzioni finiti agli arresti. Il panorama che ne esce è devastante, umiliante, incredibile. E si è alle prime battute. C’è di tutto, un campionario da far accapponare la pelle. Gente insospettabile. I media rovesciano notizie su notizie che trapelano dagli interrogatori degli inquisiti. Evidenziano situazioni estreme che in altre sedi hanno grande clamore mediatico ma che a Manfredonia paiono quasi normali. Esempio eclatante è l’episodio che ha visto a Bari protagonisti il governatore Emiliano e il sindaco De Caro: per una visita alla sorella di un boss sono finiti su tutti i talk show televisivi nazionali e oltre e persino in Parlamento; mentre a Manfredonia per la sorella di un boss mattinatese attiva compagna del sindaco Rotice, non si è emesso un fiato. Tutto normale. Sulle rive del golfo garganico ci sono troppe situazioni che passano per normali quando non lo sono. Per rimanere nel contesto attuale, la città dovrebbe essere in pieno battage elettorale per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale, e invece, tranne una eccezione, tutto si tace. E fra un mese scadono i termini per la presentazione delle candidature e quant’altro previsto per partecipare alla competizione elettorale dell’8 e 9 giugno prossimo. Il fatto è, al di là delle apparenze, che è fortemente scemato il credito nel responso delle urne. I rovesci delle ultime due amministrazioni comunali scottano maledettamente. Si passa da un Commissariamento comunale ad un altro. E al ristretto orizzonte se ne prospetta un altro. Lo si invoca apertamente. Il problema inderogabile di Manfredonia, sulla scorta dell’ormai abbondante e cospicua esperienza vissuta, è quello di fare pulizia e chiarezza in un contesto sociale, economico e culturale fortemente alterato, inquinato da pratiche sciagurate tipo quelle di cui si sta occupando la Magistratura. Se non si procederà con una azione decisa e convinta combinata di tutte le rappresentanze cittadine, non ci saranno elezioni e commissariamenti che tengano. Esigenza essenziale è la riconquista del voto libero. E per assicurare il voto libero occorre che il titolare sia svincolato da ogni e qualsiasi condizionamento. E perché questo si verifichi, è necessario che il cittadino/a abbia un lavoro. “Il lavoro nobilita l’uomo e lo rende libero” ha sancito Charles Darwin. A Manfredonia il lavoro latita. Tutte le opportunità arrivate e attivate sono state snobbate. Chi vuol lavorare (e sono rimasti sempre meno) si deve rivolgere a Tizio, a Caio, a Sempronio i quali in cambio… La resurrezione per i manfredoniani è complicata ma non impossibile. La Pasqua è qui.
di Michele Apollonio