Venerdì 27 Dicembre 2024

REHAB, un nuovo modo di concepire la fisioterapia FISIOTERAPIA

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Un Centro di medicina e riabilitazione. La fisioterapia è una branca della medicina che si occupa della cura, prevenzione e riabilitazione di pazienti affetti da patologie o disfunzioni congenite acquisite in ambito muscoloscheletrico o neurologico. A parte le evenienze traumatiche accidentali dovute alle cause più disparate, è una specialità che riguarda le persone di età avanzata che naturalmente hanno bisogno di supporti per ovviare alle immancabili difficoltà causate dal trascorrere degli anni. Una presenza, quella degli anziani, che a Manfredonia è preponderante: le statistiche mostrano un trend che evidenzia una popolazione anziana sempre più consistente rispetto a quella giovane con un indice di vecchiaia passato da 75,3 a 171,5. È pertanto evidente che necessitano supporti sanitari sempre più pronti e preparati. Di qui la nascita di Centri sanitari attrezzati di personale e strumentazioni in aggiunta a quelli ospedalieri. A Manfredonia se ne contano diversi. L’ultimo ad aggiungersi è il “Centro Rehab di medicina e riabilitazione”. «Il Centro di medicina fisica e riabilitativa – spiega il direttore dottor Ciro Pio Cunto – è nato sulla spinta di due fattori importanti: l’aumento dell’età media della popolazione, la modifica dei nostri comportamenti legati all’attività fisica. La sedentarietà va aumentando e aumentano le patrologie dell’apparato muscolo scheletrico, in particolare l’artrosi». Il Centro Rehab è progettato secondo i criteri innovativi di concepire la fisioterapia che pongono la persona al centro del processo di recupero che viene studiato da un team di professionisti medico-sanitari che definiscono il programma di recupero più specifico per la persona. «Una struttura avanzata – rileva il direttore Cunto – bene inserita nel contesto socio-sanitario che si pone come elemento complementare all’attività ospedaliera sia nel delicato e fondamentale momento della prevenzione delle patologie che colpiscono l’apparato scheletrico-muscolare, sia nel momento di seguire il paziente nella fase estensiva e quindi consente di continuare il trattamento avanzato sul territorio».

Michele Apollonio

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