Sabato 20 aprile, Re Manfredi di Svevia, con a seguito tutta la sua Corte, tornerà per festeggiare la sua città. Il 23 aprile del 1256 Re Manfredi fondò la città donandole il suo nome e, 768 anni dopo, Manfredonia si calerà nel Medioevo per riaprire le sue porte all’evento che ricorda questa importante data. Grazie a un’idea di Francesco e Antonio Barbone, già da qualche anno la nostra città si fa scenario per rievocare questo suggestivo, regale passato, dando vita ad un corteo storico con tanto di re, regina e cortigiani che, attraversando la città, ricordano a tutti i cittadini i natali storici di Manfredonia. Il corteo in costume organizzato per festeggiare il genetliaco della nostra città dal Palio delle Contrade delle Torri con la collaborazione del Teatro Cinque, dell’I.C. Don Milani 1+Maiorano, l’I.C. Giordani-De Sanctis e l’IC San Giovanni Bosco, partirà dal Molo di Ponente per poi percorrere viale Kennedy, Corso Manfredi, via Arcivescovado per sostare in Piazza Papa Giovanni XXIII dove verrà accolto da esibizioni di mangiafuoco, giocolieri e tante altre attrazioni. Al termine delle esibizioni il corteo ripartirà per via Campanile verso Corso Manfredi fino a raggiungere il Rivellino, l’ingresso del Castello dove gli attori del TeatroCinque si esibiranno in una pièce teatrale con testo e regia di Vittorio Tricarico. Una manifestazione interessante che meriterebbe una più grande partecipazione da parte dei cittadini e una maggiore sensibilizzazione alla partecipazione nelle scuole, affinché i ragazzi si appassionino alla storia della nostra città. Anche se una vera e propria corte a Manfredonia di fatto non c’è mai stata per la prematura morte di Manfredi, la presenza del giovane Re svevo, che ci ha tenuto a dare il suo nome al nuovo insediamento cittadino, aleggia ovunque nella nostra città e nella nostra storia. Questo corteo storico è un modo per ricordarlo e ricordarci sempre che nei suoi progetti Manfredi avrebbe voluto fare di Manfredonia “una delle città più belle del mondo” vista la posizione strategica, protetta dai monti e posta all’ingresso del Gargano meridionale, cosa che noi, in quasi otto secoli di storia, non siamo riusciti a fare.
Mariantonietta Di Sabato