Lo scorso 22 marzo 2024 l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Meridionale ha presentato ed illustrato alle istituzioni, ai tecnici comunali, alle autorità militari ed agli operatori portuali l’ipotesi di pianificazione del nuovo Piano Regolatore Portuale di Manfredonia. Un momento storico per le nostre aree portuali per razionalizzarle, organizzarle e fornirgli uno strumento normativo urbanistico volto al loro ottimale sviluppo. L’unica costante della vita è il cambiamento perché occorre essere al passo con i tempi e non farsi trovare impreparati. Dove potremmo arrivare se solo avessimo il coraggio di cambiare? Cosa saremmo capaci di realizzare se solo accettassimo quella dose di rischio? La proposta di una nuova pianificazione ha la finalità di rendere più efficiente il porto, i nostri porti, per rendere più fluidi i movimenti delle merci, potenziare il traffico passeggeri, dare agli storici cantieri navali una serena allocazione per operare in sicurezza. Destinare aree alla nautica da diporto ed all’accoglienza turistica. Continuare quel processo di sostegno, supporto e riorganizzazione del comparto pesca che in questi tempi sta soffrendo il passaggio generazionale. Per la pesca, negli ultimi anni, l’autorità di sistema portuale si è dedicata realizzando depositi, magazzini, servizi igienici per troppo tempo assenti così come la gestione della somministrazione dell’acqua non ancora perfettamente distribuita su tutta l’area portuale nonostante in passato siano state spese risorse economiche molto importanti, non tutte poi risultate funzionali. Il porto è e deve essere meglio connesso alla città per poterlo vivere in tutte le sue sfaccettature: paesaggistica, produzione, trasformazione, turismo, logistica, cantieristica. Senza uno strumento normativo ogni operazione autorizzativa è costellata da un’infinità di punti interrogativi che frenano gli sforzi di chi produce lavoro con grandissimi sacrifici. Porto ma anche retroporto, soprattutto nell’area del BAF (Bacino Alti Fondali). Regole normative più chiare e definite unite al processo avviato di “buona burocrazia” che tende con le ZES (Zone Economiche Speciali) a snellire l’iter procedurale delle autorizzazioni unito all’opportunità di beneficiare degli sgravi fiscali. L’ipotesi di Piano Regolatore Portuale presentata è al vaglio di tutti gli operatori portuali che stanno proponendo varianti o soluzioni alternative a quella proposta, cercando di ridurre al minimo i disagi provenienti dalla riorganizzazione e soprattutto intervenire su quelle soluzioni magari non considerate in fase di stesura. L’obiettivo è di arrivare a luglio 2024 con un piano definitivo che poi dovrà essere sottoposto a VAS (Valutazione Ambientale Strategica), normativa comunitaria che accerta gli effetti che un progetto urbanistico ha sull’ambiente naturale che prevede almeno un anno di lavoro. Dopo il via libera del VAS si dovrà lavorare sulla pianificazione economica, ricercando le misure di copertura economica. Con un piano regolatore portuale il nostro porto potrebbe beneficiare di uno status giuridico più alto con la possibilità di attrarre maggiori risorse ed entrare in circuiti internazionali per meglio e più efficientare la sua produttività. “Non dovrei fare i complimenti, ma io sono molto contento perché ho trovato a Manfredonia tantissimi operatori portuali che ci hanno aiutato a lavorare per trovare assieme le migliori soluzioni, eliminando le incomprensioni. Abbiamo lavorato assieme agli operatori di Manfredonia che hanno e stanno portando alla nostra attenzione le diverse necessità, e la finalità di questo periodo di confronto è proprio questa”. È quanto ha dichiarato il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Meridionale Prof. Ugo Patroni Griffi, soddisfatto del dialogo instaurato a Manfredonia con gli addetti ai lavori. In passato Manfredonia guardava con terrore l’ipotesi di un’Autorità Portuale del Levante il cui governo stanziava a Bari. Il timore era che le nostre aree portuali venissero emarginate a vantaggio dei cugini baresi. Il tempo, le persone, stanno dimostrando il contrario. Fare sistema significa che l’unione fa la forza ed ogni elemento del sistema deve essere una forza. Nankurunaisa è una parola giapponese che significa “con il tempo si sistema tutto”.
di Raffaele di Sabato