Raduano era stato catturato in Corsica nel febbraio scorso, a un anno esatto dall’evasione dal carcere sardo.
Con una svolta sorprendente si pente Marco Raduano, il 40enne boss di Vieste detto “Pallone”, uno dei capi del clan Lombardi-Scirpoli-Raduano. La notizia è emersa oggi, nel giorno del processo per l’omicidio di Marino Solitro dove sono imputati due viestani, Giovanni Iannoli detto “Smigol” e Danilo Della Malva alias “U’ Meticcio”, quest’ultimo collaboratore di giustizia, un tempo fedelissimo proprio di Raduano.
Il capomafia, catturato in Corsica a inizio febbraio scorso, dopo circa un anno di latitanza, ha deciso di collaborare con la giustizia come hanno già fatto altri esponenti della sua stessa organizzazione criminale. Una scelta a dir poco clamorosa vista la caratura criminale di Marco Raduano.
Il pregiudicato stava scontando circa 20 anni di galera in via definitiva per mafia e droga quando evase dal carcere di Nuoro ed è stato condannato in primo grado all’ergastolo in “Omnia Nostra”. Per i giudici fu il mandante dell’omicidio di Omar Trotta, l’esecutore materiale dell’uccisione di Giuseppe Silvestri insieme a Matteo Lombardi e uno dei componenti del commando che tentò di ammazzare Giovanni Caterino, basista della strage di San Marco in Lamis.
Questa collaborazione potrebbe rappresentare un punto di svolta significativo nelle indagini sulla criminalità organizzata nel territorio della Capitanata, con le sue ramificazioni al di fuori di essa.
Graziano Sciannandrone