Una particolarità di tante città sorte in epoca medioevale sono le mura di cinta, alti bastioni che servivano per proteggere gli abitanti da eventuali attacchi. Manfredonia, nata dalle rovine della ormai abbandonata Siponto, venne costruita utilizzando il materiale da costruzione recuperato dalla Sipontum ormai distrutta e abbandonata. Lo sviluppo della città fu proseguito dagli angioini e dagli aragonesi, consci dell’importanza strategica di Manfredonia, fino al 1620 quando fu posta a ferro e fuoco dai Turchi. Un evento disastroso che ha condizionato il futuro della città che venne praticamente rasa al suolo. Delle mura originarie, purtroppo oggi è rimasto solo l’impianto base che, con successivi interventi, costituisce l’attuale centro storico. Poco o niente affatto apprezzate dai manfredoniani, che nel corso dei secoli le hanno praticamente distrutte o inglobate nelle costruzioni, le mura, di cui sono rimasti ormai solo pochi tratti, oltre ad una doverosa conservazione di tanta memoria storica, avrebbero costituito una straordinaria attrazione turistica. Tanto l’interesse, infatti, ha destato nel numeroso pubblico intervenuto all’incontro culturale tenutosi presso la sala “Mons. Valentino Vailati” dove due valenti studiosi hanno parlato di Manfredonia a partire dalle origini, del suo fondatore re Manfredi e quali le implicazioni che nei secoli hanno determinato il suo sviluppo. L’incontro è stato organizzato dalla Fondazione Internazionale “Lions Città Murate” e fortemente voluto dal Lions Club Manfredonia Host, presieduto dalla prof.ssa Arcangela Bisceglia. Nella sua breve prolusione introduttiva ha illustrato le motivazioni dell’incontro ed il tema scelto, “Manfredonia e le sue mura”. Tutto questo al fine di sensibilizzare i propri soci e la cittadinanza alla tutela, alla promozione ed alla valorizzazione del proprio territorio a partire da quello che resta delle mura di cinta e di quel poco che l’uomo ha lasciato. Di notevole spessore storico, ricchi di contenuti gli argomenti trattati dai due oratori. Il dott. Alberto Cavallini, storiografo e studioso del territorio, ha affrontato un argomento di rilevante importanza riferito alla fondazione (26 marzo 1256) ed allo sviluppo di Manfredonia: “Un rotolo dipanato. Dalla documentazione alla storiografia”. Una ricostruzione ottenuta attraverso la ricerca e la consultazione di ben 531 documenti che riguardano Manfredonia tra il 1271al 1302. Non meno interesse ha suscitato la relazione di Antonello D’Ardes, architetto e storico locale che ha affrontato il tema “Da Siponto a Manfredonia: l’immagine della città murata nei secoli”. Immagini particolarmente affascinanti di inusato valore storico, quelle che hanno illustrato il suo intervento, che ritraggono l’evoluzione urbanistica della città nei secoli, la sua crescita e, purtroppo la sua decadenza urbanistica.
di Matteo di Sabato