Giovedì 21 Novembre 2024

L’Autonomia economica e l’equità salariale per la parità di genere

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Da un recente studio dell’Inps si evidenzia che negli ultimi dieci anni vi è una vera e propria “segregazione occupazionale” che ha visto le donne svolgere mansioni in prevalenza impiegatizie, meno remunerate. Le donne per poter meglio conciliare i carichi di lavoro e quelli familiari sono costrette al lavoro part-time e discontinuo con ripercussioni negative al termine della carriera lavorativa quando percepiranno “pensioni povere” e più basse rispetto a quelle percepite dagli uomini. Già nel lontano 1919, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro OIL stabiliva il valore del lavoro come criterio principe per la determinazione della retribuzione senza differenze di genere. La Convenzione OIL n. 100 del 1951 evidenziò la disparità salariale tra uomo e donna nel secondo dopoguerra. L’art 37 della Costituzione italiana  prevede il principio di parità salariale. Nel terzo millennio questo problema è ancora attuale. La Direttiva europea n. 970 del 2023 introduce la trasparenza retributiva contrattuale per superare il gender pay gap. Resta alto il cosiddetto “tetto di cristallo”: rimane ancora ridotta la presenza delle donne in posizioni apicali a livello gerarchico e meglio pagate. Affrontiamo queste tematiche con una straordinaria donna di Manfredonia che ha percorso una lunga carriera, ricoprendo ruoli di prestigio nei Tribunali di Roma, Bari, Foggia: la Giudice, dott.ssa Michela Valente. Al Tribunale di Foggia riveste il ruolo di GIP/GUP, Giudice per le Indagini e le Udienze Preliminari. La dott.ssa Valente, racconta ai microfoni di ManfredoniaNews.it: “Il nostro territorio è ancora caratterizzato da un ridotto impegno lavorativo da parte delle donne che, di sovente, sono disoccupate, casalinghe o espletano lavori occasionali o a termine. Questa condizione certamente incide sulla loro libertà di autodeterminazione anche perché sanno che, soprattutto quando le condizioni economiche dell’intero nucleo familiare sono precarie, nell’ipotesi di separazione dovranno farsi carico anche del mantenimento dei figli in maniera esclusiva. Questa certezza le induce a “sopportare” angherie e violenze. La precarietà economica, l’abuso di alcol e droghe, i disturbi psichici (soprattutto la depressione e la ludopatia) sono cause scatenanti di atteggiamenti aggressivi e violenti. In molte occasioni mi è capitato di incontrare donne che denunciavano i compagni di vita sostenendo che diventavano mostri quando assumevano droghe e alcol per, poi, tornare amorevoli e farsi perdonare”. Continua: “a mio avviso non bisogna estremizzare o vedere il rapporto uomo-donna come conflittuale perché, quanto meno in ambito lavorativo e culturale, gli spazi di libertà e parità sono sempre più ampi e le differenze sempre meno evidenti: certo serve la voglia, da parte delle donne, di crescere e migliorarsi in tutti i contesti a cui ci si approccia. Il mio invito a tutte le donne, di qualsiasi condizione e ceto è quello di impegnarsi per diventare protagoniste di Se stesse”. Un passo avanti per la parità di genere è possibile riscontrarlo nella sezione in cui lavora la dott.ssa Valente in cui sono presenti sei donne Giudici e due uomini. Un territorio cresce dal punto di vista socio-economico quando sono presenti dei validi servizi di cura alla persona, favorendo la conciliazione con le attività produttive alle donne-mamme-lavoratrici. Seppur ancora in misura esigua ci sono donne in carriera che apportano un valore aggiunto. Citiamo l’esempio di Margherita Cassano eletta il 1º marzo 2023 primo Presidente della Corte di Cassazione. È la prima donna a ricoprire tale carica.

di Grazia Amoruso

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