Domenica 22 Dicembre 2024

Le donne e la finanza

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Con il denaro non si scherza e tantomeno si improvvisa

 

 LA GESTIONE dei propri risparmi è sempre stato un problema specie per chi ne ha pochi e vorrebbe quanto meno conservarli. Il riferimento principe è da sempre la banca, il luogo cioè dove si depositano i soldi per tenerli al sicuro nella prospettiva di percepire anche un interesse, quando non si utilizzano per forme di investimento finanziario. Il mito della banca affascina. Quello della gestione dei soldi è un mondo complesso e molto delicato. Spesso incerto, nel senso che incidono fattori esterni quale la politica, l’economia, le contrattazioni in Borsa, e via dicendo. È anche un mondo in continua evoluzione. Oggi ad esempio la informatizzazione dei sistemi gestionali bancari ha introdotto profonde trasformazioni formali che tuttavia non hanno intaccato i principi basilari esistenziali delle banche. Tra questi un sostanziale aumento del personale femminile laddove fino a qualche decennio orsono era pressoché tutto maschile.

MA ANCHE qui la strada è ancora lunga per arrivare almeno alla parità di utilizzo dei sistemi finanziari da parte dei due generi. Una strada che include anche una più completa e aggiornata cultura finanziaria. «Ancor più tra le donne» soggiunge il consulente finanziario Tommaso Rinaldi che rileva come «In Italia abbiamo un grandissimo problema di educazione e cultura finanziaria tant’è che – evidenzia – in base all’ultima classifica stilata dall’OCSE, dietro di noi abbiamo solo Yemen, Cambogia e Paraguay. Un dato di fatto che la dice lunga sull’enorme lavoro da fare per portare il risparmiatore italiano a livelli di cultura finanziaria accettabili e con un impegno ancora maggiore per l’universo femminile» ha esposto Tommaso Rinaldi parlando ad un seminario tenuto presso la Lega navale italiana.

ANALIZZANDO il “Gender gap” ancora molto ampio, il consulente finanziario enuclea tre motivi oggettivi che concorrono a determinarlo, e cioè: minore accesso al mondo del lavoro; redditi inferiori; minora dipendenza economica. «Fondamentalmente – spiega – sono motivi culturali che vengono da lontano che hanno condizionato la poca o scarsa conoscenza degli strumenti finanziari che a loro volta portano alla poco o scarsa consapevolezza degli stessi».

LA MANCATA conoscenza dei meccanismi che regolano il settore, comporta la difficoltà, nel momento in cui si decide di gestire il proprio denaro, di non sapere a chi rivolgersi: «si cercano consigli non ai canali istituzionali e professionali, ma più frequentemente ai canali informali come amici e parenti che molto speso ne sanno ancora meno di loro. È sintomatico il dato impressionante – semplifica – che a fronte di 51mila consulenti finanziari abilitati, di cui il 22,3% donne, e 26mila società di consulenza aziendale, si contrappongono ben 155mila cartomanti».

INSOMMA, con il denaro non si scherza e tanto meno si improvvisa. «Sarebbe opportuno, anche a fronte delle nuove opportunità finanziarie – annota Rinaldi – come ad esempio la criptovaluta o valuta virtuale, che si introduca nelle scuole l’insegnamento alla educazione finanziaria».

Michele Apollonio

 

 

 

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