I molteplici ed inquietanti fatti di cronaca giudiziaria che hanno investito Manfredonia negli ultimi giorni, descrivono una città tutt’ora condizionata dal malaffare e dalla criminalità, e ciò nonostante la recente dolorosa esperienza dello scioglimento del Consiglio Comunale per rischio di infiltrazioni mafiose.
I fatti che emergono dalla ricostruzione giornalistica del provvedimento cautelare che ha riguardato, tra gli altri, un ex assessore e alcuni funzionari comunali, impongono una seria riflessione su quanto avvenuto, sia durante la campagna elettorale per le elezioni comunali del novembre 2021, che nei quasi due anni di amministrazione di centrodestra.
Nella scorsa competizione elettorale, dopo il lungo commissariamento del Comune per rischio di infiltrazioni mafiose, il centrodestra si è presentato alla città cavalcando l’onda del cambiamento e Gianni Rotice, vestito di nuovo, è stato eletto Sindaco.
Purtroppo, fin dal primo momento è emersa l’assoluta inadeguatezza del Sindaco Rotice e della giunta dallo stesso nominata. Improvvisazione e ambiguità hanno connotato i pochi atti amministrativi adottati e gli scontri tra avverse fazioni della maggioranza non si sono fatti attendere, fino ad arrivare alla revoca/dimissioni dell’Assessore ai LL.PP. Angelo Salvemini nel gennaio 2023, poiché in disaccordo con il Sindaco sul “metodo” da seguire per l’appalto milionario della pubblica illuminazione, un’altra pagina oscura, questa, rispetto alla quale attendiamo con fiducia che venga fatta chiarezza.
Le ricostruzioni giornalistiche dell’ordinanza cautelare, se confermate, evidenziano un patto elettorale tra l’allora candidato sindaco Rotice e il sig. Romito per la “regolarizzazione” della struttura da quest’ultimo realizzata su un’area in concessione demaniale sita in località Acqua di Cristo; pare fuor di dubbio che il primo abbia accettato il sostegno elettorale del secondo.
L’ing. Rotice, quindi, invece di continuare a sorridere, spieghi alla città e agli inquirenti quali sono state le ragioni che lo hanno trattenuto dal revocare tempestivamente la delega assessorile assegnata a Salvemini, atteso che già all’indomani della sua elezione, nel mese di gennaio 2022, veniva convocato presso il Comune di Manfredonia un tavolo tecnico per l’affaire “Guarda che Luna”.
La cronologia dei fatti fa emergere chiaramente che non corrisponde affatto a verità quanto affermato in queste ore dal già Sindaco Rotice, il quale asserisce di aver allontanato alcuni amministratori in ragione delle vicende di cui all’ordinanza cautelare.
Forza Italia, main sponsor del candidato sindaco Rotice e dell’amministrazione dallo stesso guidata, ha fatto venir meno il suo appoggio, portando allo scioglimento del consiglio comunale, per questioni del tutto diverse, così come peraltro dichiarato dal già Sindaco Rotice nella sua teatrale conferenza stampa.
In conseguenza di tanto, noi di Molo 21, insieme alle altre forze di opposizione, abbiamo mandato a casa Rotice con la sua amministrazione respingendo al mittente offerte di coinvolgimento in governi a geometrie variabili.
Pertanto, da quanto accaduto in questi due anni, anche al netto della vicenda giudiziaria, possiamo ricavare, senza alcun dubbio, che la coalizione di centrodestra risultata vittoriosa nella consultazione elettorale del 2021, ha tradito la fiducia della nostra comunità e quell’aspettativa di cambiamento, mostrando inadeguatezza amministrativa e politica, superficialità e approssimazione nel governo della cosa pubblica.
Risulta, quindi, più che mai necessario ed ineludibile un cambio di passo, un’assunzione di responsabilità diffusa, in grado di creare un argine civile al declino in atto, prima che sia troppo tardi.
Quanto accaduto ci dice che bisogna ripartire dall’affermazione dei principi di legalità e trasparenza nell’agire politico, e, ringraziando le forze dell’ordine e la magistratura per il lavoro svolto, esprimiamo piena solidarietà alla giornalista Lucia Piemontese per le minacce ricevute.
Noi di Molo 21 siamo pronti a ripartire avviando un percorso di rigenerazione della nostra comunità, con l’impegno di una classe dirigente competente e disinteressata, capace di mettere a sistema le enormi potenzialità disponibili per costruire insieme il futuro.