Totalmente inibita la tribuna e giornalisti fuori
UNA DOMENICA bestiale: è quella che hanno trascorso i tifosi e i vari addetti ai lavori della partita di calcio Manfredonia – Gallipoli (Serie D) per via delle vicissitudini che ormai da anni, affliggono la struttura per il gioco del calcio che sorge in pieno centro abitato tra via San Giovanni Bosco e Viale Miramare, due arterie fondamentali del traffico cittadino. L’ultima in ordine di tempo ha riguardato le prescrizioni emanate con ordinanza della Commissaria straordinaria al Comune: totale inibizione della tribuna coperta; 400 spettatori locali nella gradinata Ovest; 1.000 in quella “Diomede”; 100 spettatori ospiti nella gradinata Est; per quanto riguarda l’esterno, il montaggio prima della gara e lo smontaggio dopo, della recinzione metallica che di fatto isola il campo sportivo. A complicare le cose c’è stata per tutto il pomeriggio una insistente pioggia che ha esasperato la non accessibilità della tribuna coperta: una limitazione che ha colpito in particolare i giornalisti che non hanno potuto utilizzare le postazioni dotate di attrezzature tecnologiche di supporto.
UN FORTE e increscioso disguido che ha creato una aspra tensione fra i cronisti che hanno minacciato di disertare l’incontro anche perché hanno notato che nella tribuna coperta, “totalmente inibita”, c’era della gente. Alla fine i giornalisti hanno redatto i rispettivi servizi utilizzando i messaggi inviati via whatsapp dalla comunicazione della società calcistica, con quali difficoltà è facile immaginare. Una grave limitazione di quella libera informazione fondamentale anche nello sport. La cosa, hanno promesso, non finirà qui. Proteste anche dai tifosi della “Gradinata Est” per i prezzi dei biglietti ritenuti eccessivi. «Vogliamo prezzi popolari, soprattutto per donne e ragazzi» hanno scritto e chiesto «che la politica del costo dei biglietti va rivista».
LA DISCUSSA ordinanza con la quale si è limitato, anche se con motivazioni fondate attinenti essenzialmente ad espetti riguardanti la sicurezza e la legalità, l’uso del campo sportivo, non è che l’ultima di una serie corposa e impietosa che ha interessato quell’impianto nel suo complesso. Sono anni che si va avanti con deroghe alle tante lacune e inefficienze riscontrate dalla Commissione vigilanza pubblico spettacolo che mercoledì 28 prossimo sarà di nuovo a Manfredonia per l’ennesimo collaudo dell’agibilità di quello che i tifosi chiamano “stadio”. A cominciare da quella “gabbia” molto avventurosa che viene montata in viale Miramare e via San Giovanni Bosco per la sicurezza delle squadre di calcio.
SONO espedienti che dimostrano, qualora ce ne fosse bisogno, che quella struttura in pieno centro urbano, oltre che uno sconcio, è fuori da ogni logica tant’è che, oltre quarant’anni fa, venne progettato e costruito il nuovo stadio in località Scaloria ma poi abbandonato. Le ultime amministrazioni comunali, nonostante abbiano avuto (facendosene grandi meriti) cospicui finanziamenti, non hanno mosso un dito per risolvere un problema di grande valenza cittadina.
Michele Apollonio