Quante volte siamo passati da Via Tribuna? Ma quante volte ci siamo chiesti perché quella strada, arteria importante della nostra città, si chiama proprio così? La toponomastica delle città, e la conseguente attribuzione dei nomi alle strade, non è un lavoro casuale, ma frutto di scelte ponderate. Via Tribuna, infatti, prende il suo nome dalla poco conosciuta Tribuna di Re Manfredi. Cominciamo dal principio. Nel saggio Manfredonia forma e struttura del Centro Storico, a cura di Leonardo Rignanese, con i contributi di Leonardo Rignanese, Antonello D’Ardes e Roberto Russo, tra i tanti documenti, troviamo il prezioso lavoro di raccolta di disegni e mappe del geografo agostiniano Angelo Rocca, il quale oltre alle raffigurazioni dei luoghi visitati, presentava una relazione che illustrava i principali eventi storici delle città da lui visitate in Capitanata nel dicembre del 1583. Qui troviamo la prima figurazione grafica di Manfredonia, realizzata da un anonimo disegnatore nel 1586. La relazione relativa a Manfredonia recita così: “Vi è ancho una chiesa bellissima ma non finita Nominata la Santa Maria della Nova la quale fu fatta da d.(et)to Manfredo et sopravvenendoli la morte non fu finita”. La chiesa di cui si parla, nei documenti anteriori a questo altro non sarebbe che la “Tribuna imperfetta” ovvero l’abside della grande chiesa che Manfredi aveva forse cominciato a far costruire, e che rimase incompiuta dopo la sua morte nella sconfitta di Benevento. Quando Carlo I D’Angiò visitò Manfredonia gli venne chiesto di costruire un Duomo, ed egli “ordinò che si fosse terminata la predetta Tribuna del defonto Manfredi, che la era rimasta in un angolo della Città, per lasciarla compita à sipontini in memoria di quello; ma per la situazione del novello duomo, non stimando luogo proprio quello della tribuna di Manfredi, dispose, che edificato si fosse a proprie spese dell’erario Reale più immezzo alla Città, (…) dove peranché oggi vedesi l’odierno Duomo”. (Matteo Spinelli, Memorie storiche dell’ antica, e moderna Siponto). Infatti, nel 1270 cominciarono i lavori per completare la Tribuna di Re Manfredi e per la costruzione del Duomo dedicato a San Lorenzo Maiorano nel luogo designato da Re Carlo. La prima pietra fu posta dall’Arcivescovo Giovanni quello stesso anno, il 7 febbraio (giorno della festa di San Lorenzo). Ma dove si trovava precisamente la Tribuna? Attraverso gli studi degli atti, l’ubicazione della Tribuna si restringe a due sole possibili strade: le attuali via Ospedale Orsini e via Campanile. L’isolato che comprendeva la Tribuna è quello compreso tra via ospedale Orsini, via San Lorenzo, via Tribuna e via Campanile. Tale isolato oggi diviso in due da una piccola traversa dotata di una scala, denominata largo San Rocco. Il Duomo angioino e la Tribuna sono scomparsi da secoli. Il Duomo fu incendiato dai Turchi nell’assalto del 1620. Mentre sulla scomparsa della Tribuna lo stesso Spinelli ci dà sue versioni. Una prima versione parla di una distruzione simile a quella del Duomo per mano dei turchi; l’altra versione lega la scomparsa della Tribuna alla mancata costruzione della Fontana donata da Papa Benedetto XIII, che non fu compiuta a causa dei due Decurioni, Mettola e Celentano, i quali fecero abbattere la Tribuna con l’intento di servirsene per la realizzazione dell’acquedotto. Della Tribuna di Re Manfredi non resta che un ricordo nella denominazione della strada, per non dimenticare quello che il nostro fondatore voleva donare ai cittadini del luogo che porta il suo nome.
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