Giovedì 21 Novembre 2024

La ingarbugliata vigilia elettorale manfredoniana

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Primi nomi in avanscoperta

 

ROMPE gli indugi e si presenta al pubblico “Manfredonia che verrà” la coalizione formatasi in prospettiva elezioni amministrative 2024: «un gruppo di soggetti diversi ma coeso con idee chiare aperto a chi vorrà condividere idee, progetti e azioni; contro pertanto individualismi e interessi personali». È in buona sostanza il “manifesto” esposto nella conferenza stampa di presentazione della coalizione, da Giuseppe Basta “Forza Manfredonia” (ex vicesindaco della amministrazione Rotice), Gaetano Brigida “Azione”, Pietro Frattaruolo “Liberali democratici italiani”, Libero Palumbo “Città protagonista (ex assessore giunta Rotice); Cristiano Romani “Manfredonia al centro”, Francesca Troiano “Italia viva” (ex deputata 5Stelle). Un aggregato di anime diverse, con esperienze differenti «pronto – rileva Gaetano Brigida – non solo per le prossime elezioni ma anche per continuare nell’opera di ricostruzione della identità della città».

L’INTENTO prospettato da Giuseppe Basta è quello di creare una «nuova coscienza civica che restituisca alla città la politica migliore, ripristini fiducia nelle istituzioni». Ambiente, sanità, personale e finanza: sono gli indirizzi di una programmazione che sarà elaborata in itinere. Un appello è stato lanciato «a tutti coloro che hanno una visione condivisa della città e concorrono attivamente a realizzarla». In questa prospettiva sono aperte le liste che saranno presentate agli elettori. «L’auspicio è quello – annota Cristiano Romani – di vedere interessati al governo della città, i giovani». Nessuna indicazione per il candidato sindaco. «Abbiamo dei nomi prestigiosi – accenna Romani – che vorremo in ogni caso verificare e confrontare man mano che il discorso va avanti. Sarà il risultato di un percorso di riflessioni e analisi ponderate. Si fanno prima le truppe – taglia corto – e poi si sceglie il generale».

CHI INVECE ha messo fuori dei nomi è la coalizione che vede raggruppati PD, Molo 21, Con, 5 Stelle, Progetto popolare. Una prima cernita del tutto di assaggio sulla quale gli umori espressi sono contrastanti. Sono nomi espressi da ciascuna componente la coalizione e posti al vaglio dell’assemblea come sancito nelle riunioni che il raggruppamento ha tenuto e proseguirà ad avere. Niente dunque di deciso. I nomi: Molo 21 ha proposto Michela Quitadamo, ex segretaria del PD, e Domenico La Marca, impegnato nel sociale come animatore culturale, vicino agli ambienti diocesani; il Movimento 5Stelle ha ufficializzato la candidatura di Raffaele Fatone, consigliere comunale nella passata consiliatura; infine Con ha espresso l’altra donna del lotto, Maria Teresa Valente anch’essa consigliera comunale della passa amministrazione. Progetto popolare e Pd rinunciano a esprimere candidature. La Marca non raccoglie consensi in quanto non ha alcuna dimestichezza con la politica e l’attività amministrativa; Fatone pur ben considerato non trova sponda favorevole nel PD; rimangono le due signore con una netta prevalenza per la Valente già candidata sindaca nelle ultime amministrative. Ma si è ancora alle prime battute, il discorso è pienamente aperto.

NEANCHE avviato viceversa sul fronte della destra dove fa capolino l’ex sindaco Rotice che una sua lista la presenterà. Un retropensiero chiama in causa Forza Italia appena uscita dal congresso provinciale e in via di riorganizzazione come fa ritenere l’uscita di Basta che ha costituito un suo movimento. Giandiego Gatta ha escluso ogni ritorno al passato escludendo una composizione col vecchio alleato Rotice. «Abbiamo visioni diverse» ha spiegato rispondendo ai giornalisti. «Forza Italia è passata all’opposizione nella sua amministrazione, contribuendo allo scioglimento del consiglio comunale. Le nostre strade – afferma – restano assolutamente divise. Quando abbiamo deciso di passare all’opposizione lo abbiamo fatto a ragion veduta. L’esperienza Rotice è ormai archiviata. Nei confronti di chi ha fallito non possiamo essere magnanimi. Serenamente dico che non ci sono i presupposti per ripetere quel tipo di esperienza politica».

   Michele Apollonio

 

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