Giovedì 26 Dicembre 2024

Nuovo Arcivescovo nella Chiesa di Foggia Monsignor Ferretti: LA FORZA DEL SORRISO

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Quel che più mi ha colpito è stato il sorriso, sobrio ed elegante, che incarnava il volto del nuovo Pastore appena entrato nella Diocesi che Papa Francesco gli ha affidato. Un’espressione che consegnava speranza e fiducia nei tanti fedeli giunti nella Basilica Cattedrale di Bovino e poi in migliaia a gremire il padiglione della fiera di Foggia per ascoltare la prima liturgia di Monsignor Giorgio Ferretti. “Tutto il mondo è terra di missione e io qui troverò tante persone buone che già mi stanno accogliendo e, quindi, questa missione per me sarà molto dolce”. Si presenta così il Presule all’inizio del suo ministero episcopale nella Daunia, dopo sette anni di missione in Mozambico. Il suo viso è attento, lo sguardo disincantato, pienamente consapevole ed aperto, pronto a percepire l’intima essenza delle cose di una terra dolente, difficile, piena di angosce. “Adesso voglio vedere, capire, poi farò la mia parte. Sono sereno”, ribatte fermo e deciso senza sottrarre mai le sue mani a quanti le cercavano sulla spinta di un momento che dava una forte emozione. Poi si rivolge con empatia ai giornalisti “scrivete della Chiesa quello che è giusto”, un monito pieno di significato sul versante della verità molte volte alterata, capovolta. Quindi lascia cadere tre parole chiave che sembrano davvero dare il segno di quel che sarà il suo cammino pastorale: Perdono, Misericordia e Benedizione a chiunque la chieda. Dunque, il potere travolgente, terapeutico del PERDONO da cui scaturiscono forza, amore e benessere, una sorta di atto di liberazione. MISERICORDIA come sentimento di compassione attiva verso l’infelicità altrui, una virtuosa inclinazione alla pietà. Lo richiamava anche il grande Alessandro Manzoni: “Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia”, scriveva perché vedeva dovunque la presenza della Provvidenza divina considerando la vita come una missione, in quanto ognuno di noi dovrebbe pensare a fare del bene. Sempre. E a pensarci su, nella profonda religiosità manzoniana si dimostra l’amore verso gli umili, i deboli, gli infelici. La BENEDIZIONE, bellissima parola ebraica per invocare l’aiuto di Dio, il dono per eccellenza, la risposta dell’uomo ai doni di Dio. Inizia così il suo cammino Monsignor Ferretti, con la missione di far conoscere e di predicare il Vangelo nelle contrade. Ma bisogna credere nel Vangelo, con gli occhi ben aperti soprattutto verso i giovani per cogliere lo spirito del tempo. Un richiamo forte che nell’esuberante fiore degli anni delle giovani generazioni può servire molto a girare pagina, guardare oltre, far riflettere.Ed è giusto che sia così perché una Chiesa che non è capace di parlare ai giovani finisce per non saper parlare a nessuno. Monsignor Ferretti lo pensa e lo dice a voce alta: sente che c’è sete di nuove testimonianze perché tutto intorno inquieta, suscita domande. Proprio quel che serve alla nostra comunità ecclesiale: a cominciare da una nuova capacità di mettersi in ascolto, una priorità utile, necessaria – ammonisce il Pastore – perché c’è molto bisogno per fare il bene. Buon lavoro Padre.

di Micky dè Finis

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News · Venti ed Eventi

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