Un modo per bene augurare un anno importante per Manfredonia
Un bagno bene augurante dell’anno appena entrato. Un tuffo in mare a Capodanno, come da tradizione. «Un buon augurio per noi, ma anche per tutti i manfredoniani ai quali auguro un sereno 2024» ha detto Pasquale appena uscito dal mare. «Basta superare il primo impatto con l’acqua fredda, tutto sommato un piacevole benvenuto all’anno nuovo» replica Raffaele. Impressioni confermate da Peppino: «I dodici gradi dell’acqua si avvertono solo al primo contatto» afferma mentre si infila l’accappatoio.
Il bagno di Capodanno a Manfredonia (telecronacato da Antonio Casrtriotta) è andato in scena all’Isola che non c’è, eletta località sulla scogliera dell’Acqua di Cristo, alla periferia di Manfredonia, in estate gremita di bagnanti. Ad applaudire il gruppetto di amici del mare che hanno ripetuto anche quest’anno il rito del bagno in mare, familiari e amici dei valorosi bagnanti fuori stagione, che hanno allestito un tavolo con cartellate e spumante.
Una semplice ma significativa “cerimonia” per salutare il nuovo anno nel modo più sereno e sicuro della fragorosa “sparatoria” di veri fuochi d’artificio esplosi all’unisono allo spostamento della lancetta dell’orologio subito dopo la mezzanotte. Per certi versi una sorpresa, dal momento che, contrariamente ad una certa tradizione, di spari di mortaretti e affini, non se ne sono avvertiti affatto nei giorni precedenti. Tutto è iniziato come ad un segnale convenuto: il cielo dell’intero abitato, dalla periferia Monticchio a quella della Croce, si è illuminato di colori e rintronato di botti di ogni genere. Per una buona mezzora è stato un fuoco di fila senza pause.
Al termine si è verificata una scena mai vista e per tanti aspetti edificante: squadre di giovani, gli stessi che avevano organizzato lo sparo dei fuochi d’artificio, sono scesi in strada e l’hanno ripulita dei resti dei fuochi. Una buona azione che in qualche modo fa sperare in una prospettiva migliore per i manfredoniani reduci da una stagione tra le più disastrose e mortificanti della sua storia. Quello appena avviato dovrà essere l’anno del chiarimento, della resilienza collettiva, delle basi per quello che vorrà essere Manfredonia nell’immediato e nel prossimo futuro.
Non mancano avvisaglie significative, una per tutte: le opere al porto industriale per la sua rifunzionalizzazione. Che rimarrà una cattedrale in mezzo al golfo se non sarà accompagnato da opportune iniziative locali. In tal senso non è una buona notizia quella dell’assenza di interesse da parte degli investitori, per le aree Zes adiacenti al porto. Ma non solo quelle. Ci sono ben due aree industriali con grandi disponibilità di supporti logistici: sono ancora mancanti dei fondamentali servizi di acqua e fogna.
Fra alcuni mesi la popolazione di Manfredonia sarà chiamata a decidere le sorti della nuova amministrazione comunale: è il presupposto essenziale di tutte le attività che si parano all’orizzonte di Manfredonia. Il maggior augurio che possa ricadere sui manfredoniani è quello, sulla falsariga del bagno fatto in mare, di un bagno di umiltà e saggezza di cittadinanza collettiva.
Michele Apollonio