Giovedì 21 Novembre 2024

Il Presepe, “elogio della Piccolezza” raccontato alla Chiesa “San Francesco da Paola”

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Diceva Eduardo De Filippo “Te piace ‘o presepio”. In Italia, il Presepe rappresenta una tradizione centenaria. Quest’anno in particolare, ricorre l’ottavo centenario della prima rappresentazione del presepe ad opera di San Francesco, nel 1223, nel piccolo borgo medievale di Greccio della provincia di Rieti. Il “presepe” rappresenta la natività di Cristo e tanto altro raccontatoci dal prof Michele Illiceto, durante il seminario concluso il 15 Dicembre presso la Chiesa “San Francesco da Paola” a Manfredonia.

L’incontro è stato molto caloroso, grazie all’accoglienza delle suore della carità di “Santa Giovanna Antida Thouret” e alla lectio straordinaria di Michele Illicito. Per comprendere appieno il Presepe, preannuncia il prof Illiceto, occorre collocarlo nel periodo storico in cui è nato. Siamo nel bel mezzo delle crociate, iniziate nel 1096, tanto cruente che ricordano “la guerra santa” dei nostri tempi, perpetrata nei territori percorsi da Gesù durante la sua evangelizzazione. <All’epoca del Concilio Lateranense IV (1215), la Chiesa vietava ai cristiani di avere rapporti sia con gli ebrei che con i musulmani. Francesco, contravvenendo agli ordini impartiti dal papa, scandalizza tutti: si reca in Terra santa, incontrando il sultano, per “stare” semplicemente con “umiltà e mitezza” insieme ai musulmani>. Pensiamo a Papa Francesco che incontra le altre religioni, diffondendo i dettami insegnateci da Cristo di vivere in pace e fratellanza. Il Presepe è un atto “rivoluzionario”, all’epoca di Francesco, in cui sono presenti dei simboli carichi di significato: la “mangiatoia/greppia”, presepe in latino, il fieno (l’ostia), il bue (ebrei) e l’asinello (islam/pagani). Ciò viene figurato in un’estrema povertà, in opposizione all’opulenza vissuta allora dalla Chiesa. Perché il primo presepe è rappresentato a Greccio? Francesco lo paragona al borgo di Betlemme, conosciuto durante la visita in Terra Santa e vuol mantenere questo legame al Cristo. Il Presepe rappresenta “l’elogio della piccolezza” vissuta da Cristo, alla sua nascita, in una grotta e in assoluta povertà. Ribadisce il prof Illiceto <il Signore non si mostra nella sua “grandezza” ma nell’estrema piccolezza/povertà. La chiave di lettura è racchiusa nella mangiatoia>. Papa Francesco ricorda sempre questi valori durante i suoi pellegrinaggi, per questo è tanto amato ma anche temuto. Cristo si è spogliato per “darsi/donarsi” al mondo e si fa Bambino. Si mostra nella genuinità di un fanciullo, adorato dai “pastori” che simboleggiano gli umili, gli ultimi della terra. Dio sceglie lo scarto/oppressi/rifugiati ecc. Il Presepe rappresenta “quel disagio” e la Croce di Gesù che nel sacrificio dona amore all’umanità per redimerla dai peccati. Quando “facciamo il presepe” nelle nostre case pensiamo alla sua “vera” essenza. Facciamo “memoria della nascita di Gesù” che serve a svegliare il Bambino che dorme in noi. Destiamolo nell’animo per vivere in pace e con umiltà come ci insegna il “Bambin Gesù”. Ringraziamo il prof Michele Illiceto che ci appassiona sempre con le sue “pillole di saggezza” e il suo recente libro “So che ci sei” dedicato a San Francesco d’Assisi, nell’attesa di rincontrarlo al prossimo seminario sull’essenza del Presepe. Un plauso speciale alle Suore della Carità di “Santa Giovanna Antida Thouret”, molto impegnate nel rinvigorire la comunità attraverso il progetto “Nicodemo”, garantendo l’inclusione sociale delle persone avanti nell’età e di quanti soffrono un disagio complesso.

 

Grazia Amoruso

 

 

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