Martedì 19 Novembre 2024

Il bacio del vero Amore

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Il 29 maggio 1724 fu eletto al soglio pontificio con il nome di Benedetto XIII al secolo Vincenzo Maria Orsini di Gravina di Puglia che era stato arcivescovo di Manfredonia dal 1675 al 1680. Notizia accolta con gioia dal popolo sipontino tanto che il sindaco dedicò festeggiamenti con funzioni religiose, luminarie e falò. Dopo i festeggiamenti si fecero partire per Roma quattro rappresentanti della città: due canonici e due decurioni (erano i funzionari che si occupavano di amministrare e governare le colonie ed i municipi per conto del potere centrale). Il nuovo Papa che da quando aveva lasciato l’arcidiocesi di Siponto si era ripetutamente interessato in favore di Manfredonia, accolse la delegazione amorevolmente consegnandogli doni e poi sapendo che Manfredonia soffriva la sete mentre in vicinanza della chiesa di Santa Maria Maggiore di Siponto, esisteva una sorgente di buona acqua potabile, Benedetto XIII dispose di assegnare al comune di Manfredonia, affidandoli ai decurioni, 6000 scudi romani, affinché venissero impiegati nella costruzione di un acquedotto comunale fino all’abitato di Manfredonia. Egli ordinò che si costruisse anche una grande fontana in marmo, con statue e giochi d’acqua, nella piazza di San Domenico oggi piazza del popolo. Incaricò un architetto pontificio di recarsi a Manfredonia assieme a quattro rappresentanti della comunità locale, per la progettazione e l’esecuzione delle opere. Il parlamento di Manfredonia avviò la realizzazione delle opere procedendo con l’assunzione di 200 operai. Da Venezia si fecero venire i materiali occorrenti ferro tubi e piombo. Eseguita la costruzione sulla sorgente, un grande fabbricato in tufo per captare l’acqua, i lavori furono inaspettatamente sospesi e si disse che l’architetto di fiducia del Papa scomparso nel frattempo aveva subìto un infortunio mortale (cosa che poi risultò falsa). Quando la notizia giunse a Benedetto XIII questi ordinò che la somma eventualmente residua venisse versata all’arcivescovo di Manfredonia per il restauro della cattedrale le cui ferite inferte dai turchi, durante l’incursione nell’agosto 1620, non erano state ancora internamente sanate. L’acqua potabile della sorgente di Siponto non raggiunse la città perché i due decurioni, l’architetto complice e l’arcivescovo si erano appropriati della maggior parte del contributo pontificio. Essi non avevano speso che l’ottava parte della somma ricevuta e in più fu fatto demolire il bello e rinomato edificio cittadino della Tribuna costruito dai re Manfredi e Carlo d’Angiò sull’omonima via oggi dedicata all’erigendo monumento, affinché i materiali servissero per le occorrenti opere murarie dell’acquedotto e della fontana, mai realizzati. Alcuni storici legarono tali avvenimenti alle sventure sofferte in seguito dai figli dei decurioni, forse per effetto della mano divina. Il popolino invece attribuirà all’avvenimento fino ai tempi nostri la causa delle miserie e delle calamità partite dalla cittadinanza, convinto che Papa Benedetto XIII avesse scomunicato tutti manfredoniani per sette generazioni. Manfredonia vive da troppo tempo in uno stato di smarrimento, instabilità, confusione, letargo politico-amministrativo dal quale ha la necessità di destarsi per rinascere e splendere come meriterebbe. L’augurio che ci facciamo è che il prossimo anno, in occasione del prossimo appuntamento elettorale, arrivi il “principe” che sappia svegliarci, con gesti di vero Amore, da questo profondo sonno narcotizzato forse frutto di una scomunica oppure solo effetto della mancanza di cultura di comunità che ci porterebbe a vivere meglio e in modo più compatto, assieme, pur nella diversità d’idee e appartenenza. Auguri a tutti Noi.

di Raffaele di Sabato

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