Tutti i media nazionali e non, cartacei e web, hanno spiattellato sonoramente come Foggia sia l’ultima nella graduatoria nazionale sulla qualità della vita. E a Manfredonia quale è la qualità della vita? Un legittimo interrogativo che va oltre la curiosità, le cui risposte investono ragionamenti fondamentali riguardanti per l’appunto la vita della città vista nelle sue variegate espressioni. Per poter argomentare con buona approssimazione i vari e diversi aspetti dell’interrogativo, occorrerebbe disporre di dati certi rivenienti da rilevamenti statistici minuziosi. A Manfredonia le autorità susseguitesi al governo della città, non pare abbiano fatto uso del supporto fondamentale dei numeri, riferimenti certi dai quali trarre le giuste indicazioni per calibrare i problemi. Senza i numeri che con la quantità suggeriscono la qualità delle questioni da risolvere, tutto rimane nel vago, nell’incertezza. Gli istituti e le associazioni a questo settore preposti, si occupano delle situazioni macroscopiche che in ogni caso fanno da riferimento per definire situazioni minori. Senza per questo incorrere nel facile errore di dire se Foggia è ultima, Manfredonia, Comune di quella provincia, è anch’essa da classificare negli ultimi posti di quella graduatoria senza un riscontro per l’appunto concreto e certo. Magari lo è oppure no: a prescindere dal giudizio personale di chi, a seconda della propria personale condizione, propende per l’una o per l’altra risposta. Per imbastire una analisi credibile dell’interrogativo quale è la qualità della vita a Manfredonia, occorrerebbe connotare in modo attendibile i parametri considerati per stendere la classifica della qualità della vita. E cioè: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. Il dato indicativo riassuntivo è il PIL, ovverosia Prodotto Interno Lordo, e rappresenta il valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti in un intervallo di tempo generalmente riferito all’anno. Che valore potrebbe avere il PIL di Manfredonia alla luce della situazione economica-sociale-politica-amministrativa non certo edificante e tranquilla in cui la città e i suoi cittadini si ritrovano e da anni ormai? Già quello riferito al Sud è dimezzato rispetto a quello del Centro-Nord. Dei parametri innanzi ricordati, non pare ce ne siano di quelli che destano incoraggiamento. A cominciare dalla demografia: il movimento numerico della popolazione è fortemente indicativo e condizionante di tutta la serie dei parametri presi a riferimento. Manfredonia dà un forte contributo ai dati statistici di Svimez (Istituzione che studia le condizioni economiche del Mezzogiorno) che segnalano un progressivo accentuato impoverimento della popolazione nel Sud: solo nel 2021 si sono persi 38mila giovani di cui 20mila laureati. (Dal 2002 al 2021 sono stati ben 2 milioni e mezzo le persone a lasciare il Mezzogiorno). Manfredonia quanti ne ha persi e continua a perderne? La consistenza demografica della popolazione stanziale è fondamentale: è il presupposto di fondo sul quale gioca tutto il sistema cittadino. Manfredonia ha conosciuto exploit demografici di straordinari che hanno determinato la crescita e lo sviluppo complessivo del territorio. Erano gli Anni settanta. Oggi è in pieno atto il processo inverso. Sotto accusa è il lavoro, la mancanza di opportunità occupazionali: in questo ultimo quarto di secolo l’occupazione è scesa ai minimi termini, tutte le iniziative per dare respiro a quel settore fondamentale per la vita di una comunità, sono fallite o ridotte a poche attività superstite alle quali si aggiungono alcune aziende private che tuttavia non riescono a sopperire alla domanda di lavoro. Sintomatico come anche la pesca, tradizionale sicuro supporto economico autonomo, sia in crisi, addirittura è più che dimezzato il suo potenziale. Le ripercussioni sono generalizzate sull’economia e sul sociale. Tra i segnali più evidenti di quella che si può definire recessione, è il numero dei negozi di ogni genere che rimangono al buio o che abbassano le serrande. E che dire dei servizi alla città, ai cittadini, carenti in ogni settore; sconvolgenti le mancanze nella sanità con l’ospedale in costante crisi; sopperiscono le strutture private sempre più rafforzate. Della giustizia e della sicurezza parlano le scabrose vicende al Comune e i 26 locali coinvolti nell’operazione antimafia “Omnia nostra”. Su tutto pesa come una montagna il complicato e oscuro fardello della politica che non riesce a dare senso e prospettive ad una città dalle numerose e straordinarie risorse materiali e umane. Una situazione di fatto niente affatto edificante sospesa su una realtà ambigua che mina la qualità di vita che andrebbe resettata in tutte le sue componenti per avviare una drastica transizione verso mete edificanti protese al futuro.
di Michele Apollonio
A Manfredonia la qualità della vita è pessima! Sporcizia, inciviltà, delinquenza, mancanza di servizi al cittadino, mancanza di controllo da parte della polizia locale, disoccupazione, cattivo funzionamento degli uffici pubblici, strade impraticabili. C’è altro da aggiungere?