L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (IA) nella scienza medica non si è limitato al processo di digitalizzazione della sanità. Macchine e sistemi informatizzati integrano le cure sanitarie e la clinica medica. Potenzialità e limiti sono argomenti di vivace discussione dentro e fuori la comunità scientifica con opposte fazioni tra chi ne parla solo favorevolmente e chi con diffidenza.
La fornitura su larga scala di sistemi di intelligenza artificiale come ChatGPT (GPT sta per Generative Pretrained Transformer) ha consentito alla massa di avvicinarsi a qualcosa che fino a poco tempo era di pertinenza esclusiva degli addetti ai lavori. ChatGPT è un chatbot sviluppato da OpenAI che sfrutta IA generativa e apprendimento automatico, basato su un modello conversazionale per dialogare, per iscritto, con utilizzatori finali umani. Sa generare testi (credibili) su disparati argomenti, ma sa anche ammettere errori e correggersi e soprattutto rifiutare domande non consoni. Passi da gigante sta compiendo nella conversazione vocale tra utente umano e assistente ‘virtuale’.
L’ampia disponibilità di dati cosiddetti non strutturati come immagini, sensori, etc, anch’essa in forte aumento, permette di utilizzare algoritmi di IA in ambito medico per la diagnosi e la cura: tac, risonanze, ecografie, elettrocardiogrammi forniscono immagini che, incrociate ad altri dati come gli esiti di laboratorio o esami istologici, consentono, grazie a sistemi di IA e ormai con un buon grado di affidabilità, di individuare o predire la patologia di cui è affetto o che potrà colpire in futuro un paziente.
Tra i rischi legati all’uso dell’AI in medicina c’è quello della distorsione di valutazione che può dipendere da una casistica incompleta o non aggiornata entro la quale si va a cercare una risposta a quesiti diagnostici, prognostici, predittivi. Ma anche l’allontanamento dalla relazione col paziente.
Due i relatori intervenuti sul tema “Medicina e intelligenza artificiale. Universi non paralleli ma concentrici, a tutela della centralità del paziente e della sua umanità”: Francesco Giuliani, laureato in fisica e specializzato in fisica sanitaria, Dirigente dell’UO Innovazione e Ricerca presso l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza; Giuseppe Di Stolfo, Dirigente Medico Cardiologo dell’UOC di Cardiologia e presidente AMCI presso la stessa struttura ospedaliera.
La presidente AMMI Manfredonia, dott.ssa Maria Antonietta Totta e il dr. Giuseppe Grasso, presidente AMCI Manfredonia, hanno rispettivamente introdotto e coordinato i lavori, seguiti con grande interesse dal pubblico in Sala Vailati dove era presente anche l’Arcivescovo, Padre Franco Moscone. Assente per improrogabili impegni di lavoro la dott.ssa Michela D’Errico, presidente nazionale AMMI nonché ammina e socia fondatrice della sezione di Manfredonia che si accinge al cambio della presidenza ricoperta per un doppio mandato dalla dott.ssa Totta.
“Allo scadere dell’anno sociale abbiamo voluto organizzare questo incontro” ha concluso la presidente Totta “avente al centro il tema che avevamo presentato come Sezione al Congresso Nazionale e che è giunto fra i primi nella votazione del tema nazionale non per poca importanza ma perché già affrontato a livello locale da alcune sezioni del territorio italiano. Ora non mi resta che rivolgere alle amiche socie il mio grazie per il supporto datomi in questi anni di presidenza, ai presenti e a tutta la città l’augurio di un Natale sereno e per un 2024 di Pace che si estenda a tutti i Paesi in conflitto”.