“La recente ripartizione dei fondi dedicati ai Gal da parte dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia rappresenta un classico esempio di disinteresse totale del governo Emiliano nei confronti della Capitanata, anche in questo caso penalizzata rispetto ad altri territori pugliesi”. Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giannicola De Leonardis, che spiega: “Il rifinanziamento dei Gruppi di Azione Locale pugliesi per il periodo 2023-2027, con una dotazione di circa 5 milioni di euro ciascuno, è la traduzione di suddivisione “salomonica” che, tuttavia, penalizza fortemente la provincia di Foggia dove, da un lato, Gal come Meridaunia e Gargano, che sono riferimento di territori come i Monti Dauni e il Promontorio con specifiche necessità di sviluppo che andrebbero finanziate più corposamente, hanno ottenuto la stessa cifra, briciole, di altri territori della regione con minori esigenze di sviluppo. Dall’altro, addirittura, i Gal Tavoliere e Daunofantino non sono stati rifinanziati.
Già a giugno – prosegue De Leonardis – avevo lanciato l’allarme presentando anche una interrogazione sul tema agli assessori Pentassuglia e Piemontese senza, però, ricevere chiarimento alcuno. Interrogazione che adesso ripropongo. Perché ciò che è accaduto oggi è figlio di un percorso dove non sono stati ascoltati i territori affinché si potessero adottare strategie più aderenti alla realtà e, soprattutto, alle specificità di aree particolari come quelle D (aree rurali con problemi complessivi di sviluppo) e aree C (aree rurali intermedie). Un rifinanziamento – evidenzia De Leonardis – che ha semplicemente tenuto conto del superamento dei punteggi da centrare per ottenere i fondi senza criteri di premialità per quei progetti che fossero qualitativamente più validi di altri. Esistono differenze tra territori nell’affrontare le sfide di una ruralità diversificata.
La Regione Puglia, invece, annulla le differenze territoriali, mettendo in difficoltà zone che devono combattere contro lo spopolamento, che soffrono carenze infrastrutturali e dove, ad esempio, si pratica la cosiddetta “agricoltura eroica”, dove ci sono gravi problemi di sviluppo e di abbandono, dovuti anche alla scarsa presenza di servizi essenziali ed infrastrutturali di collegamento. Correggere il tiro, tuttavia, è ancora possibile attingendo a risorse aggiuntive da individuare nel Psr evitando, peraltro, più che probabili contenziosi amministrativi”, conclude De Leonardis.