Forte e sentita partecipazione all’evento promosso dalla Prefettura di Foggia – Il drammatico racconto di due vittime di violenza
DOPO la esaltante mobilitazione popolare indetta da “Libera” di don Ciotti, Manfredonia ha vissuto un’altra grande e significativa mobilitazione dei giovani studenti delle scuole di Manfredonia (Istituto economico Toniolo, i licei classico Moro e scientifico Galilei, il liceo linguistico Roncalli, il polo tecnologico Rotundi-Fermi, l’alberghiero Lecce) chiamati dalla Prefettura di Foggia in collaborazione con il Comune di Manfredonia, L’Ufficio scolastico regionale di Puglia, l’Università di Foggia, per una forte riflessione e sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.
LA RISPOSTA è stata la straordinaria partecipazione ad un evento dai profondi significati sociali, svoltasi al Teatro “Dalla” ben riassunto nella frase dantesca “E il modo ancor m’offende”. Ancora una volta Manfredonia ha offerto una intensa testimonianza civile contro un problema che pare non conosca limiti (raccapriccianti le uccisioni di donne susseguitesi in questi giorni), i cui significati sono andati bel al di là della semplice tappa del Tour delle legalità 2023-2024 ideato nell’ambito del “Patto educativo provinciale” esplicitati con calorosi accenti dal Prefetto di Foggia Maurizio Valiante.
«UN FENOMENO dilagante, una piaga sociale, la più ripugnante delle violenze – ha affermato Valiante – contro cui c’è il forte impegno delle istituzioni e delle sue varie articolazioni. Manfredonia, condotta tra l’altro da una gestione commissariale, è una realtà – ha affermato – cui teniamo moltissimo, per la quale siamo attenti a monitorare l’evolvere delle situazioni». Un impegno ribadito dal questore Ferdinando Rossi, dalla Commissaria prefettizia al Comune di Manfredonia Rachele Gandolfo («stiamo affrontando una serie di problematiche rimaste sospese»), il direttore generale dell’USR di Puglia Giuseppe Silipo e i vertici delle forze di polizia provinciali, le componenti della società civile di Manfredonia, che si sono alternati sulla ribalta del Teatro “Dalla” in una tavola rotonda nella quale Francesca Romana Capaldo dell’osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, Rossella Pensa della Procura della Repubblica di Foggia, Barbara De Serio direttrice dipartimento studi umanistici, Daniela Gentile del Centro antiviolenza di Manfredonia, padre Franco Moscone arcivescovo di Manfredonia, hanno evidenziato i vari aspetti di una problematica complessa, articolata, difficile da districare.
A DARE drammatica concretezza ad un discorso che ha radici anche da queste parti, sono state due testimonianze “dal vivo”: due donne che hanno subito violenza, una poliziotta Alessandra Accardo e una stilista Ilaria Villani, napoletana la prima di San Giovanni Rotondo la seconda. Due racconti inquietanti che hanno evidenziato modalità diverse dello stesso dramma della violenza. Alessandra, finita la giornata di lavoro si accingeva a far ritorno a casa quando è stata aggradita da un uomo mentre entrava in macchina: «ho reagito e ingaggiato una colluttazione, ma ha avuto la meglio su di me, mi ha trascinato in un gabbiotto e lì ha abusato di me». Vittima di una serie di violenze verbali e fisiche «dall’uomo che ritenevo il mio principe azzurro e ho sposato», Ilaria alla fine (un racconto inquietante con particolari allucinanti) ha denunciato il marito.
DUE STORIE fra le tante che le cronache sono costrette a riportare ormai pressoché quotidianamente. «Il senso di questa giornata – ha concluso Rossella Palmieri dell’Università di Foggia – è quello della formazione dei giovani a una vera e propria educazione sentimentale che si può apprendere durante il percorso scolastico».
Michele Apollonio