Grande partecipazione questa mattina, a Cerignola, al corso di formazione sulla “Prevenzione della violenza agli operatori sanitari e sulle tecniche di gestione delle aggressioni secondo l’approccio Total Worker Health ®”
L’evento, promosso dalla ASL Foggia e dall’Ospedale “Bambino Gesù”, è parte integrante del progetto aziendale di promozione della salute nei luoghi di lavoro il cui obiettivo è fornire ai lavoratori indicazioni per prevenire e affrontare il rischio di violenza e aggressione.
Nell’introduzione ai lavori, Stefano Porziotta, Direttore Sanitario Aziendale dell’ASL di Foggia e Salvatore Zaffina, Direttore dell’UOC di Medicina del Lavoro dell’Ospedale Bambino Gesù hanno presentato il nuovo protocollo per la prevenzione e la gestione delle aggressioni adottato dalla ASL di Foggia nel contesto della convenzione tra i due Enti. Quando ci troviamo di fronte ad atti aggressivi – ha spiegato Guendalina Dalmasso, Dirigente Psicologa e Referente di attività per il Sostegno Psicologico Second Victims dell’Ospedale Bambino Gesù – è fondamentale curare la comunicazione, anche non verbale poiché è la comunicazione che modella e migliora la relazione interpersonale. Strumento fondamentale è quindi il talk down che consente di diminuire l’intensità del livello di tensione, aggressività e violenza per creare una relazione interpersonale adeguata con l’altro. Il talk down si basa fondamentalmente su una comunicazione efficace. L’altra persona non deve sentirsi provocata ma compresa e accolta. Non ci deve essere un atteggiamento di provocazione, o risposte chiuse, ma coinvolgimento, ascolto attivo ed empatia”.
Fondamentale, quando si verificano episodi di violenza, è il ruolo svolto dalla medicina del lavoro.
“Parlarne con il medico competente – ha aggiunto Maria Rosaria Vinci, Dirigente Medico del Lavoro dell’Ospedale Bambino Gesù – consente di avere un riferimento aziendale chiaro e sempre presente per il benessere del lavoratore, che è fondamentale per una qualità delle cure e dell’assistenza. La gestione dell’evento è multidisciplinare e prevede il coinvolgimento del medico competente per la valutazione delle conseguenze sulla salute dell’operatore ma anche per le azioni di miglioramento da implementare all’interno dell’organizzazione”.
È proprio per definire le modalità di intervento a tutela degli operatori sanitari che la ASL Foggia ha adottato di recente un Protocollo per la “Gestione integrata del rischio aggressioni in ASL Foggia”. “Frutto della collaborazione con il “Bambino Gesù”, il Protocollo – ha sottolineato Stefano Porziotta, Direttore Sanitario della ASL Foggia – definisce le linee guida che, partendo dalla valutazione del rischio, permettono di identificare rapidamente tutte le misure idonee a migliorare le condizioni di lavoro degli operatori e a prevenire le occasioni di aggressione”.
Sul tema è attivamente impegnata la Regione Puglia. “Molto spesso – ha illustrato Danny Sivo, coordinatore scientifico del Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro (SIRGISL) Puglia – quando si parla di aggressioni agli operatori sanitari si pensa innanzitutto alla repressione. Ma il fenomeno è più complesso perché è frutto di malessere sociale, stanchezza, complessità nell’accesso alle cure. Per prevenire le aggressioni, allora, dobbiamo migliorare la qualità delle attese, la parte alberghiera dei servizi, i CUP, la comunicazione tra operatori e pazienti. La Regione sta puntando, quindi, sulla formazione degli operatori e sulla creazione di ambienti di lavoro che abbassino i livelli di tensione. Stiamo lavorando, inoltre, alle linee guida regionali sulla prevenzione e protezione”.