Michele De Filippo olivicoltore e pittore
«IL SOLO olio rigorosamente “evo”, vale a dire “olio extravergine di oliva”, non basta più per conquistare il favore dei consumatori, eppertanto ci ho aggiunto un’opera d’arte, un quadro: una confezione di bottiglie di olio e un quadro raffigurante l’antico frantoio dove i miei nonni producevano l’olio appena ottenuto dalla molitura delle olive. Tutto Made in Gargano». Ad aver escogitato questo abbinamento succulento e ingegnoso, è Michele De Filippo da Mattinata, cuore del Gargano a ben ragione noto non solo per le sue attrattive spettacolari paesaggistiche e turistiche, ma anche per gli oliveti secolari che si espandono fino al mare del golfo adriatico che lo circonda. Paesaggi spettacolari che De Filippo traspone nelle sue tele.
DOCENTE di educazione artistica, pittore rinomato, produttore di olio, De Filippo ha messo a frutto tutte queste sue attività legandole fra loro intimamente e offrendole agli intenditori di buon palato ma anche agli amanti dell’arte. E non si è messo sull’uscio della sua esposizione cittadina ad aspettare gli intenditori che naturalmente non mancano attratti anche dalle iniziative del Comune di Mattinata organizzate a sostegno dell’oro verde garganico, ma li va cercare lui stesso e non si limita al territorio di riferimento del Gargano: i suoi prodotti li porta al nord, a Torino e Milano, piazze che De Filippo conosce per aver insegnato diversi anni.
«HO DEGLI ottimi riscontri – rivela De Filippo -: attrae l’olio ma anche i quadri. Ad un certo punto non so se è più l’olio o i quadri a convincere…» annota scherzando. «Anche l’olio – soggiunge – è un’opera d’arte della natura. Nel tempo sono cambiati le attrezzature, ma il principio è sempre quello: la spremitura delle olive. Molto o tutto dipende dalla qualità delle olive. Quelle del Gargano – spiega – hanno caratteristiche particolari: assorbono il calore del sole e i profumi del rosmarino e del mare».
MICHELE De Filippo ha alle spalle una lunga tradizione di olivicoltori testimoniata dall’antico frantoio ipogeo utilizzato fino al 1954 soppiantato dai frantoi moderni. È qui che accoglie studenti e turisti nella gran parte stranieri, per spiegare l’olio del Gargano, le tradizioni, le evoluzioni tecnologiche. «Il frantoio o più comunemente trappeto – illustra – risale al 1700 e si trova in contrada Ombratico così chiamata per l’ombra che proietta la montagna: è l’ultima traccia dell’attività di molitura delle olive che per secoli ha rappresentato la principale risorsa dell’economia locale di Mattinata nonché le ultime tracce di una cultura settoriale del Gargano». Il trappeto è caratterizzato da diversi spazi funzionali: ambiente per la molitura con macina a 4 ruote in pietra arenaria trainato da muli e asini, gli ingranaggi in legno, il monaco, i torchi in legno, vasche di decantazione, stive, cucina e persino i dormitori per il personale e la stalla per gli animali.
L’OLIO si ottiene ormai con tecniche moderne utilizzando macchinari sofisticati, quell’antico frantoio è ormai diventato un museo che De Filippo conserva gelosamente con gli oltre cento pezzi di oggetti della civiltà agro-pastorale.
Michele Apollonio