Chi non ricorda il negozio di ferramenta con la grande insegna a forma di chiave gialla? Era l’insegna del Ferramenta Gentile, sito in via Tribuna 172. Questo è forse il più antico negozio di Manfredonia ancora aperto. Se vi ci affacciate, vi sembrerà di essere in una delle botteghe di Diagon Alley dei film di Harry Potter, e ad accogliervi troverete un anziano signore, Giuseppe, Gentile di nome e di fatto. Giuseppe, che ha 92 anni, ci ha raccontato la sua storia e quella di questo antichissimo negozio. Ad aprirlo, nel 1930, fu suo padre, che venne a mancare nel 1941. Giuseppe aveva solo 11 anni e suo fratello Lorenzo solo due anni di più. Durante la guerra il negozio restò chiuso, e riaprì al termine del conflitto. Da allora Lorenzo e Giuseppe portarono avanti l’attività, che è sempre stata lì dove è ancora oggi, nel grande palazzo che vi è stato costruito sopra. Lorenzo morì a 66 anni e la conduzione dell’attività restò nelle mani di Giuseppe. In questo negozio, raccontano i manfredoniani, potevi trovare qualsiasi cosa, qualsiasi pezzo di ricambio e qualsiasi tipo di vite o bullone. Quello che non era reperibile negli altri negozi di ferramenta, anche i più moderni e forniti, qui si riusciva a trovare. Perché? Semplicemente perché in tanti anni si è accumulata in questo piccolo locale ogni sorta di articoli di ferramenta, che restavano a disposizione dei clienti alla ricerca del tale pezzo. Ma Giuseppe non ha passato la sua vita solo a vendere viti, maniglie o altri oggetti del genere; era anche un provetto trombettista, e suonava nella banda di Manfredonia. Non era insolito, a quei tempi, che gli artigiani o i negozianti suonassero uno strumento nella banda del paese. Per farne parte, infatti, non era necessario essere istruiti, e anche saper leggere era superfluo; bastava avere “una buona condotta morale e politica” e disciplina, come recita il primo regolamento della banda. Molti imparavano ad orecchio e, grazie alla passione per la musica, magari riuscivano anche ad arrotondare il proprio reddito. Giuseppe, però, non era un bandista qualunque, lui aveva talento, al punto che nei concerti d’opera che si tenevano nelle grandi occasioni, riusciva a fare la parte della prima e della seconda tromba, ovvero era capace di suonare la tromba in Si bemolle e la tromba in Mi bemolle. Si dilettava anche con il Jazz e il suo cavallo di battaglia era Ciliegi rosa, un brano composto da Louiguy nel 1950, interpretato in Italia da Claudio Villa, Nilla Pizzi e Luciano Tajoli, con uno splendido assolo di tromba. Da tanti anni ormai Giuseppe non suona più; adesso si diletta a dipingere in uno stile molto personale. Alcuni dei suoi quadri sono esposti nel suo negozio e lui ne va molto fiero. Non ha mai chiuso il negozio; lo apre solo di mattina e da molti anni ormai un cartello sulla porta dice che è in chiusura e quindi svende tutto. Quando chiuderà sparirà forse l’ultimo, storico negozio di Manfredonia.
Mariantonietta Di Sabato