Giovedì 21 Novembre 2024

Il mare del Golfo di Manfredonia fra lavoro e turismo

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Il mare è la grande e spettacolare componente paesaggistica che gratifica Manfredonia che dà il nome allo scenografico golfo che si fregia dello sguardo sfavillante del mitico Gargano. Una ricchezza e una preziosità ambientale ma anche una risorsa economica che assicura tutta una serie di benefit per tante possibili attività che tuttavia solo parzialmente sono innestate in una realtà territoriale fortemente squilibrata. Un valore aggiunto poco o moderatamente considerato, quando potrebbe irrobustire sensibilmente le opportunità di sviluppo del territorio. Pesca e porto sono le due attività che utilizzano il mare come strumento di lavoro, che al momento mostrano un andamento contrapposto. La pesca ha una lunga e importante storia a sé che da svariati anni ormai sta evidenziando un marcato e preoccupante decremento della sua forza lavoro e dunque economica. Il numero dei natanti in attività è fortemente diminuito, più che dimezzato, il che si riverbera sul personale e, a cascata, su tante attività di servizio. È recente la difficoltà di trovare giovani disposti ad imbarcarsi, tant’è che alcuni pescherecci non escono in mare per carenza di equipaggio. Il porto anch’esso nodo storico della città (fu uno dei riferimenti fondamentali tenuto presente da re Manfredi per determinare l’ubicazione della nuova città) che ha contrassegnato l’evolvere nel tempo di Manfredonia, va gradatamente riconquistando posizioni dopo alterne vicende che l’hanno relegato persino ad un colpevole abbandono. Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi, nel report periodico sulle attività dei porti di competenza (Bari, Brindisi, Monopoli, Barletta, Manfredonia, Termoli) ha rilevato l’andamento positivo dei vari porti che hanno realizzato incrementi percentuali nel traffico delle merci, che lasciano guardare con fiducia all’avvenire. Per il porto alti fondali di Manfredonia, “che si conferma – ha affermato Patroni Griffi – hub commerciale strategico nel Bacino del Mediterraneo”, ci prospettano ampi spazi di potenziamento delle attività portuali allorquando saranno realizzate le opere di rifunzionalizzazione dello scalo già progettate e finanziate con 120milioni di euro. Non parimenti si può dire per il filone croceristico. Nel report dell’Autorità di sistema portuale, il porto di Manfredonia non compare affatto. La casella dei movimenti viaggiatori segna zero. Grandi numeri invece per i porti di Bari, Brindisi e Monopoli. Naturalmente fa piacere che la costa pugliese susciti tanto interesse e sia bene attrezzata per accogliere anche le grandi navi da crociera. Non fa piacere constatare che Manfredonia nonostante le sue prerogative attrattive paesaggistiche, culturali, architettoniche, storiche, gastronomiche, sia tagliata fuori dall’interesse dai gestori dei circuiti croceristici. La ragione di tale sconfortante realtà sta in parte nella struttura portuale non sufficientemente idonea ad ospitare grandi navi da crociera (le opere di adeguamento sono previste ma non si sa quando saranno realizzate), ma soprattutto nello scarso appeal del territorio manfredoniano rilevato dalle compagnie organizzatrici dei tour croceristici. E difatti quelle poche navi, grandi yacht di lusso, approdate in porto hanno sbarcato turisti che si sono affrettati a raggiungere (addirittura al seguito avevano automobili di lusso per gli sposamenti) mete del Gargano preventivamente predisposte. Ma questo niente affatto gratificante filone marittimo, è solo un aspetto del ben più generale problema del turismo che non c’è. Per contro spiragli entusiasmanti vengono dal settore della balneazione e dal diporto. I “bagni” dalla scogliera di Manfredonia agli arenili del litorale sud sipontino, si sono adeguati alle esigenze di bagnanti che arrivano dell’entroterra ma anche dei turisti amatoriali. In crescita la nautica da diporto che può contare su una dotazione portuale interessante che ha sospinto anche i locali ad accostarsi alla barca a vela o a motore, ma che attrae anche diportisti di altre regioni se non esteri. Con i suoi 700 posti barca, il “Marina del Gargano”, è il porto turistico all’avanguardia del settore. Ma sostanziali contributi offrono la Lega Navale, il Centro Velico Gargano, il Marina delle Sirene, il Centro Nautico Sportivo il Mandracchio, il Centro Gargano Sailing Team, il Centro nautico sportivo Apeneste. Complessivamente poco meno di 1.500 posti barca. Un potenziale ragguardevole intorno al quale ruota un sostanziale indotto economico. Un mare di opportunità per un mare dagli orizzonti infiniti. 

di  Michele Apollonio

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