E’ stata una vera festa l’Open Day organizzato negli scavi archeologici di Siponto. Una bellissima giornata in cui i cittadini di Manfredonia hanno potuto vivere e “toccare con mano” il patrimonio che fino a pochi anni fa era seppellito sotto terra nei dintorni della basilica: l’Antica Siponto. Grazie agli scavi tenuti dalle Università di Bari e di Foggia con la direzione dei professori Roberto Goffredo, Maria Turchiano (Unifg) e Giuliano Volpe (Uniba), pian piano questo patrimonio sta venendo alla luce e con suoi resti, romani e medioevali, e con loro anche la storia di Siponto. Questi resti dell’antica città ci raccontano di una Siponto romana coperta da una Siponto medioevale abbandonata per luoghi più salubri, e non a causa del maremoto e terremoto come ci hanno sempre raccontato; una Siponto divenuta alla fine un luogo in cui recuperare materiale per costruire la nuova città per poi finire interrata e usata come campo agricolo, e quel che ancora emergeva dell’anfiteatro romano utilizzato per costruirci una masseria. Una storia triste, la storia di tante città divenute nei secoli invisibili e poi riportate alla luce da sapienti studiosi che non hanno paura di sporcarsi le mani, che con picconi e delicati pennelli fanno riemergere la storia, una storia per tanti secoli dimenticata sì, ma per fortuna protetta da menti illuminate come Marina Mazzei, che tanto si prodigò per proteggere questo sito dalla speculazione edilizia. Una storia che grazie al lavoro dei professori dell’Università di Foggia e di Bari e dei loro studenti finalmente viene restituita alla città, nella speranza che pian piano tutta l’antica città di Siponto possa essere portata alla luce e divenire un altro dei tanti attrattori turistici che danno valore al nostro territorio.
Mariantonietta Di Sabato
Foto di Michele Rinaldi
FOTO DI LEONARDO CIUFFREDA