“O tempora! O mores! ” (Cicerone)
Di Aldo Caroleo
Fino a qualche anno fa, per chi percorreva la statale 89 poteva leggere un cartello in giallo del Touring Club Italia, con la scritta, un po’ sbiadita, per la verità, che indicava ad un certo punto
“Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto Sec. XI”
E ad un tratto gli si presentava sulla destra, in lontananza, lo splendido cubo lapideo della Chiesa Medievale della Madonna di Siponto. Giungendo più avanti, gli si apriva un bellissimo cancello in ghisa fusa e quindi un viottolo che, richiamando gli antichi sentieri di campagna, portava all’emozione dell’incontro di una facciata splendida con un altrettanto splendido ed elegante portale . Era la Casa della Madonna di Siponto che si rivelava nella sua splendida e spirituale Bellezza e accoglieva i suoi Figli che a Lei dalla prima alba del Cristianesimo di Siponto si dirigevano presso il Suo Santuario per deporre le loro preghiere di richiesta di grazie o per ringraziare per quelle ricevute.
Da dal V Secolo ai giorni nostri la Madonna di Siponto ha tenuta desta la Fede dei Suoi Figli e non solo dei Sipontini ma anche di coloro che, seguendo la “Strata peregrinorum”, prima di portarsi a Montesantangelo , al Santuario Micaelico, passavano dalla chiesa della Madonna di Siponto, salutando prima la Sipontina nella Cripta e poi nella Chiesa superiore, l’Icona della Vergine Hodighitria. Poi ammiravano, per ultimi, gli scavi delle due chiese paleocristiane con la bellezza delle pietre antiche e lo splendore dei mosaici che risaltavano da esse.
Oggi, la situazione è completamente cambiata e quella che era una atavica tradizione, è stata stravolta da scelte per lo meno discutibili.
Oggi non trovi più alcun cartello che menzioni la Santa Maria di Siponto, e quel cancello, che portava alla Porta della Casa della Vergine Sipontina è chiuso, mentre più avanti, molto più avanti,vi è un moderno ingresso con due indicazioni:
“Il Parco Archeologico di Siponto” e “Le Basiliche”
Di Santa Maria Maggiore di Siponto nemmeno l’ombra, e naturalmente neanche della splendida Cripta con la sua “Sipontina”.
Per chi oggi volesse visitare la Madonna di Siponto lo può fare non seguendo la millenaria stradina che portava al contatto diretto, ma da un ingresso secondario che porta prima ad un moderno simulacro in rete metallica e poi, ma molto dopo, all’incontro con la Vergine che da prima che era è diventata l’ultima poter incontrare.
Il termine poi di “Le Basiliche” è molto arbitrario, essendo quella che conosciamo dell’XI Sec. col titolo di Basilica Minore.
L’altra, quella ipotetica, costruita sui resti della vera paleocristiana, è solo un simulacro che è anche distante architettonicamente da quella del tempio di Lorenzo, con elementi che ricordano architetture longobarde piuttosto che bizantine.Anche perché delle vere forme architettoniche delle antiche paleocristiane sipontine, non esistono disegni o testimonianze che ne definissero i veri elementi costruttivi.
Ma se proprio qualcuno che ha dato a quella struttura il nome abusivo di Basilica ( e non mi riferisco al Tresoldi), avrebbe dovuto ricordarsi almeno che nelle chiese, dalle paleocristiane a quelle moderne bisognava metterci almeno un segno che ricordasse il Titolare di tutte le Chiese, un “certo” Gesù Cristo morto e Risorto per noi.
Una semplice Croce, magari di tipo Greco, sarebbe stata opportuna, anche piccola giusto per non disturbare, inserirla nelle reti dell’abside del Tresoldi. O no?
Si è pensato alle sagome di ignoti, inanimati personaggi, ma al Simbolo del Cristianesimo, no.
E quello che più fa pensare che molte persone che visitano il sito, si soffermano all’opera del Tresoldi perché attratti dal battage pubblicitario e solo una minoranza , a quel che ho potuto constatare, entrano con la devozione dovuta nella Chiesa per omaggiare la Madonna di Siponto.
Prima era un privilegio farsi le foto vicino all’Icona della Vergine, ora si preferiscono i “selfie” in una struttura , bella materialmente ma fredda spiritualmente.
Oggi al mondo si è data l’idea che la Basilica di Siponto non è quella che conosciamo in pietra dell’XI Sec, dove hanno operato Magister come David o Acceptus e tanti altri, che vive di luce propria, ma quella a rete metallica illuminata artificialmente del pur bravo Tresoldi.
E ultimamente la Chiesa inferiore o Cripta, che ha ospitato la Theothokos di Siponto detta La Sipontina, statua lignea dell’VII –VIII Sec. è stata trasformata, con l’inserimento di altre reti metalliche anch’essa in un luogo quasi ludico con luci , che ricordano i tempi recenti : le discoteche.….
Un vero e proprio abuso storico…le chiese devono diventare sempre meno chiese e sempre più monumenti e oggetto di consumismo, non più di fede.
E ricitando Cicerone “ O tempore! O mores!”. Il segno dei tempi….
Aldo Caroleo, Siponto Ottobre 2023