Un ambulatorio polivalente della Caritas diocesana destinato ai migranti e bisognosi
UN “Ambulatorio sociale polispecialistico” presso la “Casa della Carità” a Manfredonia, struttura polifunzionale della Caritas diocesana che nei ventidue anni di feconda operatività si è rivelata fondamentale punto di riferimento nelle attività benefiche e sociali. Ora si aggiunge un ambulatorio sanitario con una molteplicità di prestazioni specialistiche, strettamente in forma gratuita, consistenti in orientamento sanitario e assistenza sanitaria di base e specialistica, ai migranti e alle persone in stato di bisogno, in regime di reciproca collaborazione con le autorità sanitarie locali.
IL DISPENSARIO intitolato al compianto arcivescovo Michele Castoro che inaugurò la Casa della carità nell’aprile del 2011, nasce grazie al progetto “SiCuro” finanziato dalla Caritas Italiana grazie ai fiondi CEI 8×1000, la gestione affidata all’organizzazione di volontariato “Sulle strade della carità” ETS. Ad inaugurarla martedì 3 ottobre alle ore 17, l’arcivescovo Franco Moscone.
«GLI OBIETTIVI specifici del progetto – annota don Luciano Pio Vergura, direttore della Caritas diocesana – sono quelli di garantire continuità assistenziale a tutti coloro che hanno difficoltà di accesso al SSN per ragioni legislative, amministrative, linguistico-culturali; educazione alla salute, prevenzione e promozione sanitaria; favorire l’integrazione dei pazienti nel sistema sanitario attraverso il servizio di orientamento ed il lavoro di rete con le istituzioni e le altre associazioni presenti sul territorio».
DIRETTORE sanitario dell’Ambulatorio è il chirurgo senologo Roberto Murgo, col quale opereranno i medici Sergio Attanasio (oculista), Floriana Del Rosso (pediatra), Vincenzo Ferrara (cardiologo), Antonio Giordano (odontoiatra), Carmine Milone (dietologo), Ciro Muscatiello (ginecologo), Anna Spagnolo (medico generico).
LA CASA della carità di Manfredonia è l’espressione lampante di come far fronte alle esigenze emergenti di una società in forte e continua trasformazione. Un’opera imponente di 12mila metri quadri che si erge maestosa nel Secondo Piano di Zona. Ad avviare la realizzazione di un progetto rivelatosi profetico, fu l’arcivescovo di venerate memoria Vincenzo D’Addario, a porre la prima pietra il 7 febbraio 2009, è stato l’arcivescovo sipontino Domenico D’Ambrosio che ha anche fissato i principi ai quali la nascente struttura doveva attenersi: «In questo luogo la comunità eserciti con sapienza e amore la predilezione per i poveri, e tutti, sacerdoti, suore e laici, prestino con sollecitudine il loro servizio, come espressione di unità e comunione». Una “missione” proseguita e portata termine fino alla inaugurazione il 14 aprile 2011, dal compianto arcivescovo prematuramente scomparso, Michele Castoro, al quale l’Ambulatorio è intitolato.
«QUESTA opera non risolverà tutti i problemi della città, ma è un segno di dedizione, che alla gente deve indicare traiettorie nuove» vaticinò mons. Castoro. E in tutti questi anni la Casa della carità è stata un esempio di attivismo innovativo fino a questa iniziativa che si appresta ad inserirsi nell’alquanto travagliato conteso sociale locale.
Michele Apollonio