Giovedì 21 Novembre 2024

Il mea culpa di Giandiego Gatta

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«FA MALE ammettere di avere sbagliato, fa male soprattutto quando l’errore ha come vittima la Città». Giandiego Gatta, leader indiscusso di Forza Italia Manfredonia, confessa il mea culpa e spiega le circostanze che hanno portato il suo partito prima a sostenere Gianni Rotice nella sua disarticolata avventura politico-amministrativa, e dopo a determinarne la caduta.

«FA MALE ammettere – confessa in una nota – di essere stato “usato”, di avere ingenuamente confidato nella onestà intellettuale, nella capacità aggregativa e partecipativa di chi con il passar del tempo, invece, si è mostrato indegno del sostegno fornitogli da Forza Italia e dal sottoscritto, grazie al quale ha potuto vincere le elezioni».

CHIEDE scusa l’on. Gatta «per avere commesso questo errore, per avere dato il contributo decisivo a far vincere le elezioni da sindaco a chi ha fatto prima della autoreferenzialità, poi della marginalizzazione di qualsiasi voce dissonante all’interno della propria maggioranza, le linee guida del suo agire politico. Ho sbagliato» afferma categorico aprendo ad un avvenire «per rimediare e per dimostrare a me stesso, ed a tutti voi, anche avversari politici, che non esiste amore senza libertà, anche quella di sfiduciare un sindaco che ho scelto, sostenuto, ed in nome del quale ho raccolto migliaia di consensi, grazie ad una lista, quella di Forza Italia, che si è attestata prima per voti ed eletti alle ultime elezioni comunali».

CONDIVIDE ed esalta i «ragazzi meravigliosi» (i quattro rimasti della pattuglia iniziale “azzurra”) «sempre più marginalizzati nelle scelte e nelle politiche dal sindaco, che invece grazie alla condivisione (negata!) avrebbe potuto renderle più forti, credibili ed apprezzabili». Fino a quando «hanno ritenuto che non vi fosse più alcuna possibilità di dare l’auspicata svolta a Manfredonia, a causa della mancanza di confronto, di interazione, di partecipazione alle scelte operate dal sindaco, fino all’estrema decisione di dimettersi dal consiglio comunale determinandone lo scioglimento».

GIANDIEGO Gatta conclude il suo rinnovato approccio con l’elettorato, tracciando la nuova rotta per la Manfredonia del futuro. «Da oggi parte una nuova fase, in cui sapremo assumerci – rassicura – responsabilità ed assolvere ai sacrifici che ci saranno richiesti nel nome, solo ed esclusivamente, di Manfredonia».

DAL CANTO suo l’arcivescovo padre Franco Moscone esprime «preoccupazione e sconcerto» per la caduta dell’amministrazione Rotice. Manifesta la speranza «che questo momento non sia caricato di retorica, di inutili disquisizioni speculative o di enfasi, cose che danno adito a sole chiacchiere, ma intenda aiutare a porre uno sguardo sulla città fatto di concretezza». Ribadito che «ci sta a cuore come Chiesa la vita della nostra città», afferma che «Manfredonia non ha bisogno di chiacchiere e pettegolezzi, ma di ricerca di verità e dedizione responsabile, di certezza di futuro. Occorre credere che esiste ancora il sogno di una “buona” cosa pubblica e che questo sogno, a Manfredonia, è realizzabile con il contributo e l’impegno di tutti».

  Michele Apollonio

 

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