«MI VEDO costretto alla revoca delle deleghe all’Assessore Giuseppe Basta ed alla Consigliera Liliana Rinaldi, come punto di partenza di una seria riflessione ampia, traversale e collettiva sul futuro che questa città merita» è l’ultimo atto, in ordine di tempo, del sindaco Gianni Rotice in quella che è ormai nota come l’epurazione di FI dall’esecutivo amministrativo di Manfredonia. L’altro assessore “azzurro” presente in giunta, Antonio Vitulano, ha preferito dichiararsi “indipendente” per porsi al servizio del sindaco dopo che si era astenuto nella votazione dell’ormai famosa “Delibera Mezzanone”. L’operazione “fuori FI”, Rotice l’ha iniziata subito dopo le elezioni del novembre 2021, assorbendo il consigliere Francesco Riganti, cui sono seguite le defezioni di Chiara Facciorusso e Ciro Campanella , riducendo cosi a 4 la rappresentanza in consiglio comunale. Un ripudio di FI, determinante nella candidatura a sindaco di Rotice e alla sua elezione, evidenziato dal “gran tradimento” alle elezioni alla Provincia di Foggia, rompendo così di fatto la liason con Giandiego Gatta.
FUORI anche l’altro assessore non di area Rotice (di Città Protagonista) Libero Palumbo, dimissionario, improvvisamente divenuto «a seguito di una verifica politico-amministrativa interna», dichiara Rotice, il responsabile dei fallimenti amministrativi dopo i patetici abbracci e baci ad ogni “successo” riconosciuto a Palumbo.
NON SONO stati ancora comunicati i nomi dei sostituti, ma è opinione diffusa che saranno altri “yes man o woman”. Sarà così completo il “monoblocco” di governo Rotice che potrà così decidere cosa e come fare «per rilanciare la città con trasparenza, lealtà e verità, assieme a tutto il tessuto socio-economico» spiega il un logorroico “comunicato social”.
IL SOLENNE catafascio ordito da Rotice illuminato sulla via della processione della Madonna di Siponto, ha avuto inizio con la contestata approvazione della delibera avente per oggetto l’accordo di collaborazione con il Consorzio ASI di Foggia, in tutta fretta e ad ogni costo senza argomentazione alcuna e doveroso approfondimento di merito. Ha riunito la giunta il 29 agosto in piena Festa Patronale, e proceduto alla veloce approvazione, registrando senza battere ciglio le astensioni di tre assessori, Basta, Vitulano, Palumbo, appunto. «A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca», commenta il movimento politico “Azione” che in una nota pone l’attenzione sul paragrafo “b” dall’articolo 2 della Delibera che stabilisce: «Eventuale delega da parte del Comune per la realizzazione delle opere di urbanizzazione relative ad aree attrezzate per insediamenti produttivi, nonché delle infrastrutture e delle opere per il loro allacciamento ai pubblici servizi, sulla base di apposite convenzioni». La cosiddetta “Delibera Mezzanone” programma opere edilizie del valore di 55 milioni di euro.
QUEL CHE accadrà è di difficile immaginazione. Le opposizioni sono al lavoro. In queste condizioni salta la “verifica politica” richiesta da FI. Ormai siamo alla baraonda assoluta con cambiamenti di posizione continui. Una infinita commedia kafkiana in cui le assurdità e le incomprensibilità delle azioni si susseguono a ritmo serrato. Con la città, il popolo a fare da inconsapevoli spettatori…
Michele Apollonio