I manfredoniani hanno un rapporto particolarmente distaccato dal mare, la maggior parte di loro lo vive solo nei periodi estivi interagendo poco o pochissimo con lui. Il manfredoniano pratica pochi sport d’acqua, non è legato troppo alla nautica a differenza di molti abitanti dell’hinterland della provincia di Foggia che non avendo a disposizione il mare, ha quasi il bisogno di interagire con lui il più possibile. Manfredonia e il mare sono due elementi indissolubili, parti di un unico mosaico. Il mare e la parte interna più montuosa del territorio di Manfredonia sono ancora ambiti di territorio da mettere a sistema, da valorizzare per lo sviluppo di quel turismo naturalistico, ambientale, dello svago e sportivo che potrebbe portare un importante ossigeno all’economia locale. Abbiamo ancora troppa strada da fare e non abbiamo nemmeno tracciato un piano strategico che è alla base di un processo sistemico di sviluppo turistico. Ciò che serve, servirebbe, e manca, è un po’ più di spirito d’iniziativa della società civile, poco diffuso dalle nostre parti, in terra sipontina. Poi l’instabilità politica fa la sua parte. Imbattersi in nuove attività imprenditoriali è sempre un’impresa, una grande incognita, poiché ti porta ad affrontare le insidie della burocrazia, della finanza ma soprattutto del mercato. Un po’ più di dieci anni fa, un gruppo di imprese, aziende solide del territorio, decisero di unire le forze per dare alla luce un progetto che era nei cassetti di qualche progettista da diversi anni. Manfredonia aveva bisogno di un porto turistico che potesse dare spazio alla nautica da diporto e a tutto ciò che ruota attorno ad essa. Si è pensato ad un porto importante, capace di accogliere 700 imbarcazioni e diverse attività commerciali. Un’iniziativa costata molto cara ad alcune imprese pioniere, imprenditori impavidi che si sono imbattuti in questo ambiziosissimo progetto che ha dovuto affrontare diatribe e controversie societarie fino ad arrivare all’acquisizione totale da parte della famiglia Gelsomino. In molti ci hanno creduto ai nastri di partenza, non tutti hanno avuto l’onore, il piacere, la soddisfazione e la fortuna di poter capitalizzare i propri investimenti. Un progetto da 54 milioni di euro, in parte provenienti dal contratto d’rea di Manfredonia, in parte direttamente dalla Gespo Srl, società promotrice del porto costituita da imprese locali tra le quali: Mucafer, Moteroc di Apricena, Rotice, famiglia Di Tullo Romeo, Sdanga e altri minori. Oggi il porto turistico di Manfredonia è patrimonio della città, luogo di aggregazione, un importante palcoscenico in grado di ospitare prestigiosi eventi. Nuovi progetti di sviluppo sono in cantiere per ampliare l’offerta del relax e per il tempo libero. Il prossimo anno dovrebbero iniziare i lavori di un importante solarium di oltre duemila metri quadri. Giovedì 18 luglio 2013 è una data che non si dimenticherà facilmente, poiché la nuova struttura turistica portuale si presentò ufficialmente al mondo internazionale della nautica e lo ha fatto in grande stile ma con sobrietà, umiltà e rispetto di quell’elemento che a volte si presenta come amico e a volte assume le sembianze del più feroce e acerrimo avversario: il Mare. Un grande progetto, architettonico, strutturale e certamente strategico per lo sviluppo dell’economia locale. Un nuovo porto che oggi pare voglia dire, con le sue due braccia tese verso l’orizzonte: dacci oggi il nostro pane quotidiano. La citazione di Henry Ford, posta alla base del palco, dieci anni fa, il giorno dell’inaugurazione, auspicava l’ambiziosa direzione del progetto perché poi l’epilogo fu totalmente diverso: “Mettersi INSIEME è un inizio, restare INSIEME è un progresso, lavorare INSIEME un successo”. Così come fu diverso l’epilogo di un altro ambiziosissimo progetto della città: il water front, che avrebbe unito la città al mare in un tratto in cui i binari elevano un muro invalicabile verso il mare. Il tempo passa ma le cose cambiano poco o quasi per niente ed i progetti di riqualificazione e sviluppo urbanistico rimangono molto aleatori. Auguri al porto turistico di Manfredonia per i suoi primi dieci anni.
di Raffaele di Sabato