Giovedì 21 Novembre 2024

Una selva di pale eoliche nel mare del Gargano

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A PARLARNE in termini preoccupati per le prospettive dei traffici portuali verso il porto industriale di Manfredonia, è stato recentemente il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi. Ha spiegato, senza giri di parole, che un parco di 68 impianti eolici dirimpetto al porto di Manfredonia, potrà costituire un serio handicap per la navigazione delle navi dirette o in uscita dal porto di Manfredonia. Un “porto isola” va ricordato, per trovarsi il bacino portuale in mare aperto, a circa tre chilometri dalla costa cui è collegata attraverso una corsia su palafitte. Un porto per il quale sono in corso le procedure per la sua rifunzionalizzazione del valore di 121 milioni di euro.

 LE PREOCCUPAZIONI degli operatori portuali e della pesca, attività preminente per l’economia di Manfredonia, sono echeggiate in consiglio comunale portate dalla consigliera Maria Teresa Valente che ha ricordato, in una interrogazione, come il progetto della realizzazione di un parco eolico offshore data alquanto lontano nel tempo e come nel tempo sia stata espressa la piena e motivata contrarietà ad una tale installazione. Che poi non sarebbe l’unica: un altro parco di ben 147 turbine è previsto al largo della costa garganica verso Vieste. Una selva di 215 torri d’acciaio che si innalzano nel cielo per circa cento metri e ciascuna con un rotore del diametro di circa 126 metri, piazzata nel bel mezzo del canale garganico dell’Adriatico. Senza contare la parte sommersa. Un bell’inciampo per il cospicuo traffico di navi che transitano su quella rotta. Uno stravolgimento del millenario equilibrio naturale.

MA NON SOLO seri problemi per la navigazione, ma anche gravi ripercussioni sull’economia, sull’ambiente marino, sotto e sopra il mare. Il settore pesca, trainante dell’economia non solo locale, è in forte apprensione. I parchi eolici verrebbero realizzate nell’area in cui maggiore è la pescosità del mare e dunque maggiore è la presenza di pescherecci. Un biosistema che verrebbe drammaticamente alterato. «Come potranno – è l’angosciante interrogativo posto dalla Valente – i pescatori praticare la loro attività in mezzo a questa giungla di pale rotanti?». Una attività che per antonomasia si svolge armonizzata con la tranquilla quiete della natura.

Nel 2014 i comuni rivieraschi da Vieste a Barletta passando per Manfredonia, si opposero fermamente. «In un documento sottoscritto dai rispettivi sindaci – ha ricordato Valente – vennero esplicitate le preoccupazioni riguardanti l’impatto ambientale, l’alterazione del paesaggi, la tutela delle attività di pesca e non ultima l’interferenza con il turismo nautico». Tra le altre contestazioni quelle riguardanti i presunti benefici rivenienti dai parchi eolici offshore in termini economici e occupazionali, a fronte dei sicuri danni nei confronti della pesca, dei traffici marittimi, del turismo nautico.

LA CONSIGLIERA Valente ha pertanto sollecitato il sindaco Rotice a rinnovare in modo chiaro e deciso l’avversione al progetto «che risponde solo ad interessi privati: non scongiurare una tale nefasta prospettiva, significa – ha protestato – abbandonare la nostra identità costiera sacrificandola sull’altare dell’energia rinnovabile a tutti i costi quando la stessa Unione europea ha bocciato l’idea di impianti eolici offshore su vasta scala la cui vita operativa non va oltre i trent’anni».

Michele Apollonio

 

 

 

 

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Ambiente · News

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