“TURISMO” è la parola più usta. Specie dal mondo politico. Tirata fuori ad ogni occasione in cui bisogna trovare una via d’uscita a situazioni anche le più semplici cui non si riesce a dare i dovuti seguiti. Basta pronunciarla e tutto si risolve. Ma non è così: magari lo fosse. Anche il Turismo è una scienza seria, una attività che investe tutti i variegati aspetti della località che ambisce fare Turismo, eppertanto va supportata con tutta una serie di attenzioni coordinate e curate. Da queste parti fare Turismo significa affidarsi alla natura, al caso, non immaginare neanche una specifica programmazione che coordini i vari fattori che ordinati insieme fanno il vero Turismo. Le preposte autorità cittadine pare che anche da quell’orecchio siano sordi nonostante non i campanelli, ma poderose campane si vanno agitando. L’ultima è risuonata forte e rigorosa in consiglio comunale. Il consigliere di opposizione Francesco Schiavone ha passato in rassegna i presupposti di un Turismo che non c’è. UNA VOCE qualificata essendo Schiavone presidente della Pro Loco Manfredonia, l’unico riferimento di informazione assistenza ai turisti che capitano da queste parti. E proprio dalla denuncia della inesistenza dell’info-point regionale previsto per legge che è partito per tratteggiare realisticamente la situazione del turismo, del marketing territoriale, dei grandi eventi. «Il programma elettorale del sindaco Rotice – ha ricordato – comprendeva una serie di “promesse”, relative al settore del turismo, tutte puntualmente disattese e che spingono la nostra città tra le ultime della provincia per capacità di programmazione e attrattività. Un periodo decisamente buio per l’amministrazione Rotice, alle prese con problematiche personali, che evidentemente distolgono l’attenzione degli amministratori dai temi veri della città e dalla necessita di programmare le questioni necessarie». IL BAILAMME carnevalesco estivo inventato da Rotice aveva fatto immaginare grandi iniziative. Invece tutto è rimasto lì: di quella effimera stagione di promesse è rimasta “La fabbrica del Carnevale” ma solo come scritta a caratteri cubitali sulla facciata di quel Laboratorio urbano culturale (LUC) sottratto alla sua naturale destinazione, ai “bollenti spiriti” dei giovani che hanno perso un costruttivo punto di riferimento. Una insegna diventata il karma della città. Sparite anche le istallazioni luminose sparse un po’ ovunque e le manifestazioni attrattive che tanto hanno attirato forestieri e turisti. A luglio inoltrato Manfredonia è immersa in una calma piatta. «Non esiste un calendario delle attività di animazione del territorio: una vergogna» incalza Schiavone. «Il brand della città – realizza – è praticamente fermo al palo: non è stato attivato nessun circuito integrato per favorire la fruizione del ricco e originale patrimonio culturale, architettonico, museale, archeologico; non esiste un piano strategico della filiera del Turismo locale, la creazione di un circuito virtuoso con le principali mete turistiche del territorio, la valorizzazione della gestione delle aree a vocazione ambientale come l’Oasi Lago salso, la frazione Montagna. Insomma c’è l’immobilismo assoluto». LE UNICHE attività che reggono il barlume del Turismo, sono le spiagge da Manfredonia a Siponto bene attrezzate e accoglienti: oltre quel limite c’è il nulla.
Michele Apollonio